lunedì 3 febbraio 2014

Sant’Eugenio e la principessa santa

La tomba di Maria Cristina di Savoia

Nel mio ultimo viaggio a Napoli ho visitato la tomba della principessa Maria Cristina di Savoia, nella basilica di Santa Chiara. In questi giorni, il 25 gennaio 2014, in questa chiesa, il cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione dei Santi l’ha proclamato beata. Nacque a Cagliari da Vittorio Emanuele I e da Maria Teresa d’Austria Este, in esilio, il 14 novembre 1812. Era il periodo napoleonico in cui Stati e sovrani erano rimescolati come foglie al vento. Dopo la sconfitta di Napoleone, Vittorio Emanuele I poté lasciare Cagliari e rientrare a Torino. L’anno seguente, 1815, richiamò dalla Sardegna anche la moglie e le quattro figlie: Maria Beatrice, Maria Teresa, Marianna e Maria Cristina. A Torino la bambina venne educata dalla mamma, molto pia, e dal cappellano di corte, P. G. Battista Terzi. La giovane principessa dedicava molto tempo alla preghiera e alla sua istruzione religiosa, insieme alla cultura adatta alla sua condizione.
Nel 1825 Maria Cristina fu a Roma per il giubileo: visitò chiese, luoghi sacri e vide più volte papa Leone XII. Vari furono gli episodi di devozione religiosa e di umiltà che crearono intorno a lei un alone quasi leggendario. Dopo sei mesi rientrò a Genova, poi fu di nuovo a Roma a fine anno, e fino a metà del 1826. Fu proprio in quell’anno che Eugenio de Mazenod, a Roma per l’approvazione delle Regole, la vide.
In questi giorni sono tornato nella chiesa di san Silvestro al Quirinale dove sant’Eugenio abitava durante i suoi soggiorni romani, e dove vive la regina e la principessa, come scrive nel diario:
San Silvestro al Quirinale
La Regina di Sardegna e le sue figlie sono venute a sentire le istruzioni nella galleria della nostra chiesa. Queste istruzioni devono ruotare attorno al sacramento della penitenza, per preparare i fedeli alla dignità Pasqua. (Diario, 5 marzo, 1826). In serata, ho frequentato il catechismo nella chiesa della casa dove vivo. La Regina di Sardegna e le sue due figlie, che soggiornano al Palazzo del Quirinale, vengono ad assistervi regolarmente. Questo esercizio, ripetuto in trenta chiese di Roma per otto giorni consecutivi, deve essere molto utili ai fedeli che vi accorrono in folla. La nostra missione oggi ha fatto il suo catechismo sui peccati di scandalo. I Vincenziani fare lo stesso esercizio ogni giorno nelle loro missioni. (Diario, 7 marzo 1826)
Al momento dell’abdicazione di Vittorio Emanuele I, in mancanza di un discendete maschio, il regno era andato al cugino Carlo Alberto. Il giorno successivo alla morte della madre, avvenuta a Genova, giunse perentorio a Maria Cristina l’ordine di trasferirsi immediatamente a Torino. Carlo Alberto temeva, infatti, che ella potesse sottrarsi all’impegno delle nozze, necessarie per consolidare i rapporti con il Regno delle Due Sicilie. Data in sposa a Ferdinando I, re delle Due Sicilie, restò incinta nel 1835. L’erede al trono, il futuro Francesco II, nacque il 16 gennaio 1836. Poco più che ventitreenne, Maria Cristina morì a Napoli il 31 gennaio 1836 per le complicazioni sopravvenute.

Nessun commento:

Posta un commento