venerdì 28 marzo 2014

Meditazione sulla croce / 1

 “Non avranno altro segno distintivo se non quello proprio del loro ministero, ossia l’immagine del Signore Crocifisso. Il Crocifisso sarà come le credenziali presso i diversi popoli a cui sono inviati. Esso ricorderà loro continuamente che sono chiamati all’umiltà, alla pazienza, alla carità, alla modestia e a tutte le altre virtù con le quali devono esercitare il loro santo e sublime ministero”.
È il testo con il quale questa sera ho avviato la meditazione sulla croce.
Sono le parole che sant’Eugenio scriveva nella sua Regola nel 1818. Fin dalla nascita del nuovo gruppo di missionari, nel 1816, aveva scelto il Crocifisso come segno distintivo. Con esso si lasciò subito ritrarre lui stesso. Con esso compose il primo sigillo, praticamente rimasto invariato fino ad oggi. Allora gli Oblati si chiamavano ancora Missionari di Provenza, e anche sulla sigla MP, già campeggiava, piccola piccola, la croce.
Il segno distintivo dell’Oblato, dunque.
Ma non è, il Crocifisso, il segno distintivo di ogni cristiano?
Tutto dovremmo poter dire, come sant’Eugenio: “Voglia il cielo che non volga mai le spalle alla Croce, da cui provengono la vera gioia e la vera felicità”.

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