mercoledì 2 aprile 2014

Meditazione sulla croce / 4


«Quando i colpi arrivavano dall’esterno non vi prestavo attenzione. Ma oggi che Satana ha ottenuto di crivellarmi dall’interno della mia famiglia, sono ferito al punto di poter dire come il Signore: “La mia anima è triste fino alla morte”».

Così sant’Eugenio, al quale non sono mancate le “croci” lungo la sua vita: opposizioni, calunnie, contrarietà, lutti, malattie. Ma ciò che lo faceva più soffrire erano  i dolori all’interno della sua famiglia religiosa: le defezioni, le mancanze più varie. Non è un caso se la reliquia del suo cuore è racchiusa dentro una croce! Forse è questo che ha reso feconda la sua opera.

«Quando finiranno le mie angosce? – leggiamo in un altro suo scritto. Da molti mesi non c’è giorno che non sia irrigato d’amarezza. Il passato, il presente, l’avvenire, pesano ugualmente sul mio cuore. Non concepisco come io possa ancora esistere. Ah, se il buon Dio avesse voluto farmi morire, quanti dispiaceri mi sarebbero stati risparmiati! Ma sia fatta la sua santa volontà. Lo dico con un’a­desione totale, malgrado la ribellione di una natura offesa in tutti gli affetti legittimi».


Nessun commento:

Posta un commento