lunedì 14 aprile 2014

Quando Cristo salvò il mondo

Erano ormai vicini i giorni della Pasqua. Apa Pafnunzio aveva costantemente davanti agli occhi il Cristo Crocifisso. Lo contemplava. Questa parola, contemplazione – in greco theoria –, così cara alla filosofia greca, egli l’aveva incontrata una sola volta nel Nuovo Testamento, nel Vangelo di Luca: «Tutte le folle che erano accorse a questo spettacolo – theoria – (e si riferiva alla crocifissione del Signore), ripensando a quanto era accaduto, se ne tornavano percuotendosi il petto». Contemplazione non era dunque un’evasione dalla storia, ma la capacità di guardare fisso il Cristo Crocifisso e poi di riconoscerlo proprio nella storia d’ogni persona e del mondo intero. Fu così che la contemplazione divenne preghiera:

Quand’è che hai salvato il mondo? Quando pronunciavi parole di sapienza e di vita sul monte delle beatitudini o nel tempio di Gerusalemme? Quando operavi i miracoli? Quando la gente ti seguiva e ti osannava? O non adesso, quando non hai più parole da dire. Tutti invocano, pretendono una tua parola e tu taci. Sai soltanto gridare la tua solitudine? Adesso, le mani inchiodate, non puoi può operare miracoli: li hai fatti per gli altri, non puoi farli per te stesso? E il maligno, che ora è tornato, continua a ripetere la tentazione che già aveva fatto udire nel deserto: cambia i sassi in pani, scendi dalla croce e ti crederemo. No, non è questa la via della salvezza. Ora le folle non ti seguono, non ti osannato, ti hanno piuttosto consegnato in mano degli stranieri ed hanno gridato il crucifige… Anche il Padre sembra essersi messo dalla parte loro. Sei perduto, deluso, insicuro, tutto duole nelle tue membra e nell’anima, disfatto e sfigurato nel corpo e nello spirito: un povero cristo in croce come i tanti cristi della terra. Non sei più nessuno.
Ora, ora soltanto operi l’opera grande che il Padre ti ha dato di compiere. Lì sulla croce, in quel tuo grido, diventi il nostro Dio e Salvatore. Non a caso l’emblema cristiano è il Crocifisso. Con l’apostolo Paolo “non conosciamo che Cristo e Cristo crocifisso”. Noi non diremo “Se sei il Cristo scendi dalla croce e ti crederemo”. Per noi sei il Cristo proprio perché ti sei lasciato inchiodare sulla croce e proprio guadandoti sospeso tra cielo e terra, noi crediamo: crediamo nel tuo amore, il più grande, quello che dà  la vita per gli amici, per noi che ti siamo nemici, fatto amici proprio da questo tuo folle amore. 

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