domenica 13 aprile 2014

Un’amicizia lunga 2.000 chilometri



Prima di partire da Cadice un veloce giro in macchina sul lungomare che circonda la città. A due passi dallo stretto di Gibilterra e dall’Africa, è la punta più avanzata verso l’oceano. Posizione indovinata che spiega perché abbia più di tremila anni di storia. I profili delle fortificazioni e degli edifici lungo il mare mi richiamano L’Havana. Non sarà un caso che le due città siano gemellate. Da qui partivano le navi per le Indie, e qui tornavano ricche si tesori.

Sulla strada verso l’aeroporto di Siviglia nelle campagne solitarie coltivate a grano, cotone, e intense piantagioni di olivi e aranci, un solo paese appare improvviso: un gregge di case bianchissime splendenti al sole con in mezzo un’alta chiesa rosata che domina dando senso di unità e sicurezza.
D’obbligo una bravissima fermata a Siviglia. Ho un’ora appena, il tempo di camminare attorno all’immensa cattedrale, purtroppo chiusa perché vi si stanno preparando le macchine della Settimana Santa, di passare accanto all’Alcazar, e soprattutto di lasciarmi avvolgere dai colori caldi delle case e di respirare il senso della festa.

Un viaggio nel punto estremo della Spagna per poco più di 24 ore? Ma è una pazzia! Ma come, ci dicono, venite in Andalusia per un giorno, alla vigilia della Settimana Santa e non approfittate di questo evento turistico di prim’ordine e non visitate la città come si deve? Sì, in tre abbiamo deciso di fare questa pazzia. Volevamo semplicemente andare a trovare un amico che ormai, a causa della salute, non può più facilmente muoversi. Roma-Cádiz: 2.000 chilometri: un’amicizia lunga 2.000 chilometri. 

Intanto l'amico scrive: 
"Era proprio vero; non era un sogno. Tutti e tre, in carne e ossa, sono apparsi in Cadice, venerdì 11, alle sette ore di sera. Ermanno - che farà fra qualche giorno i novanta anni! -, in forma, resistente, lucido, col suo sant’abito domenicano; Fabio, l’esploratore di ogni angolo della terra, macchina fotografica in mano, sensibile a ogni circostanza, a ogni canto della città, a ogni persona; Donato, vigoroso e atletico come ai suoi migliori tempi, parla spagnolo correttamente con un pizzico in più di entusiasmo e, quindi, è qui la punta di lancia del trio.  Un viaggio privo d’interesse. Che bellezza di Famiglia! Abbiamo parlato, passeggiato, contemplato, pranzato… abbiamo vissuto! Mi hanno lasciato l’anima piena, allargata".

Nessun commento:

Posta un commento