giovedì 29 maggio 2014

Cent’anni di Paradiso



Cent’anni fa, il 29 maggio 1914, alle 9.30 di sera, moriva padre Giuseppe Gerard, l’Oblato più amato da tutti per la sua semplicità, la dedizione estrema ad ogni singola persona che incontrava, lo zelo a tutta prova, l’imperturbabile pazienza, la costante preghiera… Il missionario per eccellenza, che ha saputo creare una Chiesa dal niente, in mezzo a difficoltà inimmaginabili.
La suore infermiera che lo assisteva negli ultimi giorni di vita racconta che quando aveva la febbre alta chiamava il ragazzo che lo aiutava perché sellasse il cavallo – un famoso rimasto famoso, di nome Artaban – perché doveva andare a trovare gli ammalati. La suore gli diceva: “Sì, è appena andato a prepararlo”. Allora lui, pensandosi già in viaggio, schioccava la bocca e con la mano dava dei piccoli colpi alle coperte pensando di spronare Artaban, ripetendo: “Ragazzo mio, le anime le anime! Dio me ne domanderà conto… La misericordia di Dio è infinita”.
Una volta, non vedendo il suo padrone, Artaban partì da solo e si fermava un po’ di tempo alla capalla di un ammalato e di un anziano, poi ripartiva, si fermava alla capanna di un altro… e da solo fece tutto il giro che ormai era solito fare con il vecchio missionario.
Come ha fatto a diventare santo e a convertire un popolo intero, nell’Africa del sud? Ce l’ha detto lui stesso: “Il segreto per farsi amare è quello di amare. Il mondo appartiene a chi lo ama di più e ne da' la prova. Penso volentieri a un sacerdote, a un missionario oblato di Maria Immacolata in una Missione. È uno che osserva tutto con i suoi occhi, conosce con il suo cuore, porta la gioia con la sua presenza, si fa tutto a tutti per guadagnarli al Cristo. Con una carità intraprendente sa servirsi di tutto, pensa a tutto; ma non si accontenta di questi rapporti impersonali, sacerdote di tutti, ma non abbastanza il sacerdote di ognuno. Questo sacerdote coglierebbe l'occasione di dare a ognuno in particolare attenzioni personali, dirette del suo zelo, di modo che ognuno è certo di essere amato personalmente da Lui”.


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