sabato 17 maggio 2014

I Movimenti nella Chiesa: esperienza di popolo / 2



Dopo il brevissimo flash sulla storia, ecco alcune caratteristiche dei Movimenti:
- Laicità. Anche se nel loro seno vi sono persone consacrate, la maggior parte dei membri dei movimenti sono laici. Non viene messa in evidenza una “speciale consacrazione”, come nella vita religiosa, ma la consacrazione battesimale e il sacerdozio comune. Si è parlato in proposito di una Pentecoste laica: «Quel che accadde a Gerusalemme duemila anni orsono – affermava Giovanni Paolo II nella veglia di Pentecoste del 1998 – è come se questa sera si rinnovasse in questa piazza! Voi qui presenti siete la prova tangibile di questa effusione dello Spirito».
- La partecipazione attiva alla missione della Chiesa, sgorgante dalla stessa vocazione battesimale, è riscoperta nella sua specificità: portare lo Spirito di Cristo in tutte le realtà temporali, una missione aperta a innumerevoli iniziative sia personali che comunitarie. Ciò presuppone un atteggiamento positivo verso il mondo, ed uno stile di vita fortemente inserito nelle realtà sociali e politiche.
- Luogo d’incontro e di comunione tra tutte le vocazioni della Chiesa, quasi a ricreare un bozzetto di Chiesa. Pur essendo composti in prevalenza da laici, nei movimenti convergono infatti persone di tutte le vocazioni del popolo di Dio, sposati, sacerdoti, religiosi, vescovi...
- La novità portata dai movimenti ecclesiali è data infine da una profonda carica spirituale, evangelica, comunionale e da una grande creatività apostolica che fa rivivere gli elementi della vita cristiana con insolita genuinità, freschezza e semplicità.
Essi sembrano nati per preparare il Concilio e, nello stesso tempo, «essi rappresentano – per continuare a citare Giovanni Paolo II – uno dei frutti più significativi di quella primavera della Chiesa già preannunciata dal Concilio Vaticano II». Lo Spirito li ha fatti nascere per «rinnovare l'autocoscienza della Chiesa, che può dirsi, in un certo senso, essa stessa “movimento”».
Tutto questo si comprende se si ricorda che queste nuove realtà ecclesiali sono nate sul terreno del più vasto “movimento” spirituale che ha investito tutta la Chiesa nel XX secolo: «il risveglio della Chiesa nelle anime», come si esprimeva Romano Guardini nel 1921, aggiungendo: «Se questo processo del movimento ecclesiale si affermerà dovrà necessariamente portare ad un rinnovamento della coscienza di comunità». Il risveglio della Chiesa nelle anime portò al risveglio del laicato e alla consapevolezza del suo compito nella Chiesa; fece nascere l’esigenza di una spiritualità coniugale e apostolica, capace di mettere in luce il valore del battesimo, del sacerdozio dei fedeli. Occorreva una nuova spiritualità della vita e dell'impegno nel mondo e nella storia come luogo della presenza e dell'amore di Dio.
I movimenti, mobilitazione dei laicato, rispondono dunque al bisogno della Chiesa di ritrovarsi popolo di Dio, attenta agli eventi storici, in dialogo con la cultura e le culture, aperta al contributo creativo della donna. Essi sono la “democratizzazione” della spiritualità e della santità, non più riservata ai consacrati, ma dilagante tra i laici e in tutta la Chiesa. 

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