giovedì 19 giugno 2014

L’incontro, frutto di desiderio e di ricerca reciproci / 4




Cammino di Dio verso l’uomo, cammino dell’uomo verso Dio. Arriverà l’incontro?
In cammino verso Gerusalemme, Gesù giunge alle porte di Gerico. Zaccheo il pubblicano “cercava di vedere quale fosse Gesù” e per la sua bassa statura corre in avanti e, “per poterlo vedere”, sale su un sicomoro. Quando Gesù giunge sul luogo, alza lo sguardo e gli dice: “Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua”. Egli scende “in fretta scese” e lo accoglie “pieno di gioia” (Lc 19, 1-10).
Un solo pensiero guida Zaccheo: il desiderio di vedere Gesù. È mosso dall’inquietudine, dal disagio interiore. Ha i soldi e si sente vuoto, non gli bastano a colmare il cuore, anzi lo inaridiscono. È insoddisfatto, ma non rassegnato. Ed eccolo sull’albero. È curiosità la sua o una segreta ricerca di felicità, il desiderio sincero di un incontro che cambi la vita? Zaccheo: un modello di ricerca, anche se espressa in maniera un po’ goffa e comica: un rispettabile funzionario dello stato arrampicato su un albero come un bambino.
È un caso che Gesù alzi lo sguardo? Non è un segno che anche lui è mosso dal desiderio di incontrarlo? Sembra essere passato da Gerico soltanto alla ricerca del peccatore che vuole liberare dalla zavorra dei beni materiali. È sua l’iniziativa dell’incontro. Alza lo sguardo e trova la pecorella smarrita, che rimprovera, ma prende sulle sue spalle,  il figlio prodigo che accoglie senza rinfacciargli il male fatto e senza chiedergli di restituire il mal torto. “Zaccheo, scendi subito”: vuole accorciare le distanze, eliminarle, ed ha fretta dell’incontro. “Perché oggi devo fermarmi a casa tua”. Il cammino di ricerca s’arresta, il luogo d’incontro è stato trovato.
È una ricerca reciproca, per appagare il desiderio che spinge l’uno verso l’altro, per poter sedere a casa insieme, attorno alla stessa tavola. L’attesa alla porta – “sto alla porta e busso” – non è stata vana. Non è stata vana neppure l’attesa del Dio che passa.
L’incontro è frutto di un desiderio e di una ricerca reciproci, come sa bene Paolo. Si lancia verso Cristo perché ha scoperto che Cristo per primo s’è slanciato verso di Lui: “mi sforzo di correre per conquistarlo, perché anch'io sono stato conquistato da Gesù Cristo… dimentico del passato e proteso verso il futuro, corro verso la mèta per arrivare al premio che Dio ci chiama a ricevere lassù, in Cristo Gesù” (Fil 3, 12-14).

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