mercoledì 11 giugno 2014

Un unico calice per Ortodossi e Cattolici


Gabriella dell’Unità mi ha preparato un bel programma per oggi: un incontro con tre professori dell’Università Babes-Bolyai di Cluj in Romania: il preside del senato accademico, il decano e un professore della Facoltà di teologia ortodossa della Facoltà di teologia ortodossa. Nell’università, con venticinque facoltà, dove si insegna in tre lingue, ci sono quattro facoltà di teologia: oltre quella ortodossa, l’evangelica, la cattolica, la greco cattolica. Volevano conoscere la Scuola Abbà. Li abbiano così introdotti nell’aula dove si tengono le riunioni della Scuola Abbà e abbiamo passato due ore di intenso dialogo. Eravamo soltanto in quattro, ma sufficienti per condividere con i nostri colleghi Rumeni l’esperienza di questi ormai vent’anni della nostra vita.
Al termine, nella cappella del Centro dell’Opera, liturgia di suffragio davanti alla tomba di Chiara Lubich e Igino Giordani; un rito bello e solenne, che si è concluso con la condivisione del pane e del vino benedetti.
Quando siamo insieme in maniera così fraterna, attorno a una teologia tutta vita, la disunità tra le Chiese sembra – come di fatto lo è – una assurdità. L’unità sembra a portata di mano. L’abbraccio storico tra Athenagoras e Paolo VI, continua nell’abbraccio tra Bartolomeo e Benedetto XVI e papa Francesco.
Anche noi dobbiamo profetare, come Athenagoras: “Giorno verrà…, il sole salirà alto, gli angeli canteranno e danzeranno e noi tutti, Vescovi e Patriarchi, attorno al Papa, a celebrare nell'unico calice”.


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