mercoledì 20 agosto 2014

L’ultimo sigaro di san Pio X

21 agosto, festa di san Pio X. Quante cose potremmo ricordare di questo papa Santo! Già da vivo lo chiamavano così, “Papa Santo”, perché correva voce di guarigioni avvenute toccando i suoi abiti. Ma lui sorridendo correggeva: “Mi chiamo Sarto, non Santo”.
Oppure ricorderemo l’Enciclica “Pascendi” del 1907, contro il Modernismo? Il suo senso pastorale che lo portò alla riforma liturgica, ad abbassare l’età della prima comunione, a far preparare un nuovo Codice di diritto canonico? Oppure il motto che lo ha guidato nel pontificato: “Instaurare omnia in Christo”?
Potremmo ricordare la prima mattina da papa, quando mandò indietro il barbiere spiegandogli che al proprio paese i sarti facevano anche la barba e che quindi lui, di nome “Sarto”, avrebbe continuato a radersi da solo.
Oggi mi piace ricordare che nel santuario di Boccadirio si conservano, in un medesimo quadro, due sue “reliquie”. La prima – e in fin qui niente da eccepire – è un suo fazzoletto. Ma la seconda… è un mozzicone di sigaro con tanto di autentica da parte del cappellano particolare, Mons. Giovanni Bressan, che ha lasciato scritto: “Sigaro usato da S.S. Pio X la sera del 10 luglio 1909 dopo la cena, alle ore 10 circa pom. Era la seconda volta che fumava dopo l’elevazione al Sommo Pontificato. E fu anche l’ultima”. Più che una reliquia sarà una prova della eroicità delle sue virtù?
Comunque, pur non fumando, continuò a tabaccare. Si racconta che una volta offrì una presa di tabacco a un cardinale ricevuto in udienza, il quale rifiutò dicendo: “Non ho questo vizio”. Al che il papa sembra abbia risposto: “Se fosse un vizio l’avrebbe certamente anche lei”.


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