mercoledì 3 settembre 2014

Papa Francesco con gli Oblati




Nella Cappella Palatina della Reggia di Caserta il giorno 26 Luglio 2014, alle ore 16.00, gli Oblati della comunità di Maddaloni erano schierati in fila, l’uno accanto all’altro per salutare papa Francesco. Per primo ha salutato il Papa p. Antonio Ciccone che, mentre Lo abbracciava, gli ha detto: “Sono un Missionario Oblato di Maria Immacolata”. E Il Papa: “Vi conosco e vi stimo”.
Di fianco c’era p. Claudio. Stringendo la mano al Papa dice: “Sono p. Claudio e anch’io sono Oblato di Maria Immacolata” . Il Papa ha però notato che indossava la veste bianca e non nera come p. Antonio. Allora p. Claudio ha spiegato che era missionario in Thailandia da 21 anni, di passaggio nella nostra Comunità di Maddaloni fino a Natale. Il Papa allora ha chiesto dove stesse in Thailandia. P. Claudio ha risposto che viveva alla periferia di Bangkok e che insegnava nel seminario maggiore da molti anni. E il Papa: “Io ho una cugina missionaria in Thailandia, ma non a Bangkok” . P. Claudio risponde: “Sì, la conosco, è una suora salesiana”. Sorpreso che la conoscesse ha aggiunto che è in Thailandia da più di 40 anni, ma adesso vive in un’altra città, Udonthani. P. Claudio risponde che le Salesiane hanno una grossa scuola a Udonthani.

Poi ha cambiato discorso, dicendo che conosce bene gli Oblati. “In Argentina, in Buenos Aires, la Diocesi dove ero vescovo, avevate una parrocchia, una bella parrocchia, ma poi per il calo del numero delle vocazioni avete dovuto lasciarla e l’abbiamo assunta noi. Ma tutto e’ stato fatto bene, di pieno accordo”. Ha aggiunto che gli OMI fanno un bel lavoro con i poveri in Argentina.
P. Claudio risponde che spera sia cosi anche altrove per la gloria di Dio e il servizio della Chiesa. Quindi il Papa lo ha guardato con un sorriso e poi lo ha salutato.
Dice P. Claudio che è stato colpito dalla semplicità, dalla pace e dalla mancanza di fretta di quest’uomo di Dio. Sembrava quasi che non avesse niente da fare oltre che incontrare lui.
Quindi il Papa ha salutato e abbracciato p. Giovanni, che durante il colloquio con p. Claudio Gli teneva stretta la mano e il braccio. P. Giovanni si è rivolto al Papa più o meno con queste parole: “Santità, grazie per quello che è e che fa’ per noi! Sono unitissimo a Lei e le rinnovo la comunione e la preghiera per il suo ministero”. Il Papa esprimeva l’accoglienza con un bellissimo sorriso.
Quindi è passato a salutare p. Renato, che teneva in mano il bastone e la corona del rosario. Il Papa gli stringe la mano e p. Renato gli dice: “Santità, ogni giorno dico un rosario per Lei!” Mentre il Papa notava il bastone, p. Giovanni Gli dice: “Eh, Santità, lui è il patriarca della comunità”. E il Papa: “E quanti anni ha?” “Novantadue”, risponde p. Renato. E il Papa lo benedice imponendogli per qualche istante la mano in testa. Quindi P. Renato chiede al Papa di benedire la corona del rosario che tiene in mano, benedizione che il Papa accorda volentieri.
Ed ecco p. Tonino che saluta il Papa con queste parole: “ Santo Padre, sono cappellano in ospedale e le porto i saluti degli ammalati”. E gli consegna delle lettere scritte da alcuni malati. Il Papa lo ha guardato, dicendo: “Gli ammalati … Porti loro i miei saluti e la mia benedizione!” Quindi lo ha abbracciato, senza mostrare alcun segno di fretta.
       Di fianco c’era p. Aniello, aggregato per l’occasione alla nostra Comunità, che così descrive il suo incontro con il Papa: “ Mi sono sentito come le persone che al tempo di Gesù aspettavano lungo le vie per poter almeno toccare il Suo mantello. Papa Francesco si è intrattenuto col nostro gruppo dicendo di conoscere gli Omi: “Da noi li chiamiamo gli omi”, ha esclamato. La cosa più bella è stata quando il Papa salutava ciascuno di noi: sembrava che in quel momento non esistevano gli altri, era tutto per ciascuno di noi; almeno per quel momento per il Papa esistevo solo io. Stringere e baciare la mano del Papa ha avuto in me un effetto indescrivibile e una pace e gioia interiore mai provate. L’incontro col suo sguardo mi ha fatto pensare a Gesù quando guardò il giovane e lo amò, mi è venuto spontaneo abbracciarlo. Ho pensato che per noi Omi sia stata “una carezza della Mamma celeste”

Anche p. Vincenzo, buon ultimo della nostra serie, così racconta: “ Ho compiuto 75 anni. Non avevo mai visto un Papa così da vicino. Ho provato una sensazione fortissima. Baciandogli la mano ho detto: “Grazie, santo Padre! Sono anch’io un Omi”. “Auguri!” ha detto Lui e, sorridendo, è andato oltre.

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