mercoledì 22 ottobre 2014

L’orario “schedulato” dell’Alitalia e gli Stati Generali dell’italiano nel mondo


Foto di Cagliari
Domenica scorso, dopo una giornata intensa, ho potuto finalmente leggere il giornale, grazie al ritardo del volo dell’Alitalia che mi ha consentito di sedermi con calma in sala d’attesa all’aeroporto di Cagliari. Il tabellone degli orari indica che, contrariamente al tempo “schedulato”, la partenza è stimata con quasi due ore di ritardo.
“Schedulato”? Chiedo a una giovane impiegata dell’Alitalia chi scrive gli annunci sugli schermi. Le faccio notare che quella parola non è italiana e non è neppure più inglese. Con sicurezza mi sento rispondere che si tratta di una parola italianissima, tipica del genere letterario dell’aeronautica.

Mi siedo, apro il giornale, e con gradita sorpresa trovo l’inserto in inglese, quello vero, non del tipo “schedulato”. Leggo anche dell’italiano, seconda lingua del mondo, e degli Stati Generali della Lingua italiana nel Mondo. Mi domando se prima di insegnare la lingua italiana nel mondo non la si debba insegnare a casa nostra. A cominciare dal Parlamento della spending review, job act, question time… Non dovrebbe essere la prima istituzione pubblica a difendere e promuovere la lingua italiana? Occorrerebbe poi passare alla Rai, fino all’Alitalia. Più che di ignoranza si tratta di pigrizia mentale.

Torno dalla paziente impiegata e le mostro il giornale. Con una certa sufficienza mi chiede se sono un professore. Me ne fa quasi una colpa. Professore, sinonimo di pedanteria, di ignoranza del progresso lessicale e delle tendenze alla moda. Le domando se rivolgendosi al suo ragazzo le è mai successo di chiedergli conferma dell’appuntamento schedulato.

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