venerdì 21 novembre 2014

Presentazione di Maria al tempio

21 novembre, Presentazione di Maria al tempio.
Forse non abbiamo mai letto il Protovangelo di Giacomo, nel quale si narra della presentazione di Maria al tempio.
[7, 2] Quando la bambina compì i tre anni, Gioacchino disse: “Chiamate le figlie senza macchia degli Ebrei: ognuna prenda una fiaccola accesa e la tenga accesa affinché la bambina non si volti indietro e il suo cuore non sia attratto fuori del tempio del Signore”. Quelle fecero così fino a che furono salite nel tempio del Signore. Il sacerdote l’accolse e, baciatala, la benedisse esclamando: “Il Signore ha magnificato il tuo nome in tutte le generazioni. Nell’ultimo giorno, il Signore manifesterà in te ai figli di Israele la sua redenzione”. [3] La fece poi sedere sul terzo gradino dell’altare, e il Signore Iddio la rivestì di grazia; ed ella danzò con i suoi piedi e tutta la casa di Israele prese a volerle bene. [8, 1] I suoi genitori scesero ammirati e lodarono il Padrone Iddio perché la bambina non s’era voltata indietro. Maria era allevata nel tempio del Signore come una colomba, e riceveva il vitto per mano di un angelo.
Chissà come sono andate le cose. In ogni caso è una bella leggenda che dice come Maria, fin da piccolina si era data tutta a Dio.

Quando pensiamo alla “consacrazione” il pensiero va spontaneo a Maria, tutta intenta nelle cose di Dio, inabitata dallo Spirito, raccolta a custodire e meditare le Parola del Figlio suo. Non a caso questa giornata è dedicata alla vita contemplativa.
In questi ultimi decenni  il tema della consacrazione si è radicalizzato sempre più, fino a farne la cifra identificativa della vita detta appunto “consacrata”. Per l’esortazione apostolica Redemptoris donum essa è addirittura «una nuova consacrazione» che costituisce «una nuova vita per Dio in Cristo Gesù» (n. 7). Cosa significa, come afferma Perfectae caritatis, che essa è «un'espressione più perfetta» della consacrazione battesimale (n. 5)? Può esserci una consacrazione più perfetta di quella battesimale?
Forse si vuole semplicemente indicare che si tratta di una presa di coscienza sempre più profonda della nostra totale dipendenza da Dio, di rispondere ai suoi continui appelli, della scelta di essere pienamente conseguenti con la realtà del nostro battesimo. Così sembra indicare la stessa Redemptoris donum: la consacrazione è «nuova mediante la consapevolezza e la scelta; nuova mediante l'amore e la vocazione; nuova mediante l'incessante “conversione”». La consacrazione è dunque un processo di crescita, una decisione che si rinnova di giorno in giorno, un rapporto che matura lungo tutta la vita, un dialogo con Dio che chiama e che si fa «risposta d'amore: amore di donazione» (Redemptoris donum 8).

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