domenica 7 dicembre 2014

Il dogma dell'Immacolata 160 anni fa


L’8 dicembre 1854, 160 anni fa, il beato Pio IX, con voce commossa e lacrime di gioia, proclamò solennemente una verità che ormai da secoli era nel cuore dei fedeli: “La Beatissima Vergine Maria nel primo istante della sua concezione, per singolare grazia e privilegio di Dio onnipotente, in vista dei meriti di Gesù Cristo, Salvatore del genere umano, fu preservata immune da ogni macchia di colpa originale”.
Sant’Eugenio de Mazenod, che era presente, racconta nel suo diario che il giorno prima e durante la notte a Roma era piovuto a dirotto. Ma la mattina presto il cielo si rasserenò e spuntò un sole splendente, quasi che anche la natura volesse partecipare alla festa della proclamazione del dogma. “Non dico che sia un miracolo, ma sono fermamente persuaso che è una grazia speciale che Dio accorda all’intercessione della sua Madre divina, la cui festa solenne sarebbe stata immancabilmente disturbata dalla pioggia se continuava a cadere come ieri e come questa notte”. Così i romani poterono accorrere in massa in san Pietro che fu presto gremito all’inverosimile.
Nella Bolla Ineffabilis, Pio IX aveva scritto: “Il Dio ineffabile sin dal principio e innanzi ai secoli, elesse e dispose all’Unigenito suo Figlio una Madre (…) e fra tutte le creature (…) predilesse lei, [Maria] (…). La ricolmò dell’abbondanza di tutte le grazie celesti, tolte dal tesoro della divinità, in un modo così meraviglioso”, da renderla completamente “immune da ogni macchia di peccato, e tutta bella e perfetta”, piena di tanta “innocenza e santità”, che di più non si può pensare. Poiché resa “immune dalla stessa macchia della colpa originale”, continuava il papa, essa riportò un “amplissimo trionfo” sull'antico serpente, come aveva annunciato la Sacra Scrittura, nel passo che abbiamo ascoltato nella prima lettura.
“Se il Papa – scrisse ancora quel giorno sant’Eugenio – profondamente commosso ha versato lacrime, potete pensare se le mie non si siano mescolate alle sue. Nessuno, nell’augusta assemblea, aveva il motivo che ingigantiva la mia gioia. Ero vescovo come tutti gli altri – duecento press’a poco – che erano presenti; ma chi poteva presentarsi con il titolo di Padre di questa famiglia sparsa oggi in tutto il mondo, che porta alto (…) il nome di Maria Immacolata, di Maria concepita senza la macchia del peccato originale?”

Concludiamo la nostra novena con la preghiera di Papa Francesco:

Vergine Santa e Immacolata,
a Te, che sei l’onore del nostro popolo
ci rivolgiamo con confidenza e amore.

Tu sei la Tutta Bella, o Maria!
Il peccato non è in Te. 
Suscita in tutti noi un rinnovato desiderio di santità:
nella nostra parola rifulga lo splendore della verità,
nelle nostre opere risuoni il canto della carità,
nel nostro corpo e nel nostro cuore abitino purezza e castità,
nella nostra vita si renda presente tutta la bellezza del Vangelo.

Tu sei la Tutta Bella, o Maria!
La Parola di Dio in Te si è fatta carne. 
Aiutaci a rimanere in ascolto attento della voce del Signore:
il grido dei poveri non ci lasci mai indifferenti,
la sofferenza dei malati e di chi è nel bisogno non ci trovi distratti,
la solitudine degli anziani e la fragilità dei bambini ci commuovano,
ogni vita umana sia da tutti noi sempre amata e venerata. 

Tu sei la Tutta Bella, o Maria!
In Te è la gioia piena della vita beata con Dio. 
Fa’ che non smarriamo il significato del nostro cammino terreno:
la luce gentile della fede illumini i nostri giorni,
la forza consolante della speranza orienti i nostri passi,
il calore contagioso dell’amore animi il nostro cuore,
gli occhi di noi tutti rimangano ben fissi là, in Dio, dove è la vera gioia. 

Tu sei la Tutta Bella, o Maria!
Ascolta la nostra preghiera, esaudisci la nostra supplica:
sia in noi la bellezza dell’amore misericordioso di Dio in Gesù,
sia questa divina bellezza a salvare noi, la nostra città, il mondo intero. 
Amen.


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