lunedì 15 dicembre 2014

Parola di vita, qualcosa di nuovo

È una sorpresa per tanti. Con il mese di gennaio il commento alla Parola di vita, che continua ad essere scelta dalla presidente del Movimento dei Focolari, Maria Voce attualmente, non porta più la firma di Chiara Lubich. Eravamo abituati a viverla accompagnati da lei. I suoi commenti rimangono un tesoro prezioso a cui continueremo ad attingere, saranno sempre oggetto di meditazione e fonte di ispirazione.
Quest’anno i commenti sono stati affidati a Fabio Ciardi.

Perché cambiare dopo tanti anni?
Perché la parola di Dio è sempre nuova e attuale. Lungo i secoli generazioni e generazioni di cristiani l’hanno letta e riletta, scoprendovi ulteriori ricchezze. “L’interpretazione della Sacra Scrittura è infinita”, affermava papa Gregorio Magno. Dopo sei anni dalla partenza di Chiara per il cielo è normale che si preparino nuovi commenti. Lei stessa non si è mai stancata di esporre in maniera sempre nuova la Parola di vita. Fossilizzare la sua lettura sarebbe un tradimento. Nel solco della tradizione da lei aperta, siamo chiamati a continuare, proprio come faceva Chiara, ad interpellare la Scrittura perché essa ha sempre nuove risposte a situazioni sempre diverse.

Perché la Parola di Gesù va vissuta per capirne la natura umano-divina?
Prima di essere noi a vivere la Parola, a ben guardare, è la Parola che fa vivere noi. Quando, in un momento di crisi nella predicazione di Gesù (molti si stavano allontanando da lui), gli apostoli attestano di non lasciarlo mai perché le sue sono “parole di vita eterna” (cf. Gv 6,68), mostrano di aver capito cos’è la “Parola di vita”: è letteralmente la Parola “che dà la vita”. Al pari dell’Eucaristia, la comunione con la Parola comunica Gesù stesso. Il destino della Parola, ha scritto Chiara, è quello di “esser ‘mangiata’ per dar vita a Cristo in noi e a Cristo fra noi”. Essa è  addirittura ancora più del cibo, se così possiamo dire, è come l’aria che respiriamo, senza la quale non si può vivere. Raccontando l’esperienza vissuta agli inizi del Movimento, Chiara affermava: “Ci si nutriva di essa tutti gli istanti della nostra vita. Ecco: come il corpo respira per vivere, così l’anima per vivere viveva la parola”.

Generazioni e generazioni di cristiani hanno vissuto la Parola di Dio. Quale la novità introdotta da Chiara Lubich?
Abitualmente ci si ferma a meditare o pregare la Parola. Qui si chiede di metterla in pratica, di trasformarla in vita, come ammonisce san Giacomo: “Siate di quelli che mettono in pratica la parola e non soltanto ascoltatori” (Gc 1,22). L’ascolto autentico, quello del cuore e non solo dell’udito, equivale all’assimilazione e interiorizzazione della Parola, in modo da informare di essa tutta l’esistenza cristiana. Chiara ha inoltre portato I’attenzione sulla dimensione sociale della Parola di Dio: deve poter generare una comunità cristiana. A questo aiuta la “comunione sulla Parola di vita”, ossia la comunicazione, tra quanti la vivono, degli effetti che essa produce, in modo da aiutarsi a scoprirne tutte le potenzialità. 

Non c’è il rischio, scegliendo una frase della Scrittura al mese, di parcellizzare la Parola dí vita?
La consuetudine di vivere una parola per volta ogni mese non è un indebito frazionamento del Vangelo, ma un modo per scandagliarlo, assimilarlo a piccole dosi, sperimentarlo prendendo coscienza del suo straordinario potenziale. Alla base vi è la consapevolezza che ogni parola della Scrittura contiene tutto il Verbo. Per una misteriosa “pericoresi”, afferma Chiara, “ogni Parola di vita contiene il Verbo”. Di conseguenza, continua, “quando ci nutriamo d’una sola Parola di vita è come nutrirsi di tutto”: “Come  nell’Ostia Santa è tutto Gesù, ma anche in un pezzettino di essa, così nel Vangelo è tutto Gesù, ma anche in ogni sua Parola”. 

Perché hanno affidato proprio a te la redazione di questi nuovi commenti alla Parola dì vita?
Forse perché ho vissuto accanto a Chiara per tanti anni, lavorando con lei soprattutto nel campo della teologia spirituale. Già negli ultimi tempi, quando era ammalata, ho potuto aiutarla nella preparazione dei commenti alla Parola di vita. Spero che la mia prolungata presenza nella Scuola Abbà - l’équipe che studia i “testi fondatori” del carisma dell’unità - mi abbia consentito di assimilare un po’della sua sapienza e di esprimerla anche in questi nuovi commenti. Nello stesso tempo, essendo stato chiesto a me di prepararli per quest’anno, mi esprimo liberamente, con la mia sensibilità e il mio stile. Sono consapevole che la mia è soltanto una piccola introduzione alla lettura della Parola di vita. È poi questa che rimane nel lettore, non il commento, e questa porta frutto.


1 commento:

  1. Sono felice che per l'anno imminente sia Apa Pafnunzio a commentare le parole di Vita ,con la sua umiltà,pacatezza e profondità che ci immergeranno nel mistero di queste parole emerse dal cuore di Dio per tornare nell'intimità dei nostri cuori .Grazie caro Apa da una tua fedele lettrice Pierangela da Torino

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