giovedì 29 gennaio 2015

Come pregava Chiara Lubich?

Come pregava Chiara Lubich? È il suo segreto, il suo inti­mo dialogo con Dio. A volte però bastava guardarla per intuire qualcosa di questo suo personale rapporto. Esso traspariva da tutta la sua persona, che richiamava l’atteg­giamento di Maria che custodiva il mistero del Figlio nel suo cuore. Ho con me una foto che scattai all’inizio di un incontro della Scuola Abbà2 (23 novembre 2003) mentre Chiara, in silenzio, chiede a Gesù di rinnovare il patto di unità. È una foto leggermente sfocata, ma mi è particolar­mente cara perché la ritrae assorta in Dio, le mani giun­te, gli occhi chiusi, icona di un raccoglimento profondo e intenso, lo stesso nel quale la vedevo immersa durante la Messa celebrata insieme nella sua cappella, come in quelle celebrate nelle grande assemblee pubbliche.
L’ho vista pregare anche in maniera semplice e spon­tanea, quando ci guidava nella visita a Gesù Eucaristia o quando, seguendo la pietà popolare, ci conduceva ad un pellegrinaggio. Ricordo in modo particolare il pomeriggio di Pasqua 1997 quando andammo insieme al santuario del­la Madonna di Visp, nel Vallese, in Svizzera. Recitammo il rosario davanti alla grande statua della Desolata, mentre veniva accesa una candela per ciascuno di noi. Seguirono alcuni canti popolari e la visita alla chiesa contemplando e commentando ad una ad una le varie immagini sacre.
Il momento della preghiera era per lei “il momento più bello”, “il momento migliore” della giornata. Pur essendo il suo “segreto”, più volte ci ha fatto en­trare nell’intimità della sua preghiera e di quella nella qua­le sapeva coinvolgere le sue compagne e i suoi compagni.
Potremmo percorrere il cammino della sua vita alla ricerca dei tanti momenti di preghiera. La vedremmo en­trare in un chiesa, ritirarsi nel suo studio o nella cappella di casa, fermarsi a contemplare la natura dove trova Dio. Sa trovare Dio e pregare anche nel frastuono di una grande città come Roma. Può trovare Dio ovunque perché la sua preghiera non è confinata nei momenti dedicati esplicitamente alle preghiere: la sua vita lentamente è diventata preghiera.
Quella di Chiara è la vita di una persona chiamata alla “più alta contemplazione”, e insieme ad essere “immersa nella folla”. La sua via di preghiera sarà quindi la via dell’amore verso tutti, l’esercizio della pro­pria missione di contribuire all’unità del mondo intero. 
È quanto ho cercato di indagare in questo libretto che ho appena pubblicato: La preghiera, il momento più bello della giornata, nella spiritualità di Chiara Lubich.

2 commenti:

  1. Posso dire che una persona che prega anche col suo viso e con tutto il suo corpo non si dimentica più per tutta la vita .Ho avuto la fortuna di vedere in questo atteggiamento la mia delegata aspiranti quando avevo 13 anni ( negli anni 1954-55) e la ricordo con devozione e credo che mi abbia insegnato più in quei momenti che in altri.Mi sembrava bello comunicare questo in omaggio alla mia Francesca norta a 30 anni per malfomazione cardiaca .Pierangela

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  2. Com'è bello parlare con Dio in ogni momento e ascoltare, soprattutto! Lui che costantemente parla con noi! Non solo nel nostro cuore ma anche attraverso il prossimo che incontriamo!
    Grazie! Michela

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