martedì 17 febbraio 2015

La biodiversità dell’OMI (Organizzazione a Movente Ideale – Oblati di Maria Immacolata)


Come ogni anno eccoci a Santa Maria in Campitelli
per ricordare l'approvazione delle Regola degli OMI
In questo 17 febbraio, anniversario della approvazione della Regola OMI (1826), casca proprio bene l'editoriale che Luigino Bruno ha scritto sull'Avvenire domenica scorsa. 
Eccone alcuni stralci con le mie brevi chiose in corsivo:

Molte imprese e organizzazioni… sono l’emanazione della personalità, delle passioni, degli ideali di una o più persone, che in quella loro organizzazione mettono e incarnano le parole più alte e i progetti più grandi della loro vita.
È così che sono nati gli OMI (Oblati di Maria Immacolata)

Queste realtà, se vogliono durare oltre la vita del fondatore, hanno un bisogno vitale di membri creativi e innovativi. Ma una volta che queste organizzazioni e comunità crescono e si sviluppano, chi le ha generate finisce per dar vita a strutture di governo che impediscono l’emergere di nuova creatività, e così danno vita al loro declino. È questa una legge fondamentale di movimento della storia: la prima creatività che genera organizzazioni e comunità a un certo punto inizia a produrre al suo interno gli anticorpi per proteggersi da nuove creatività e innovazioni che sarebbero essenziali per farle continuare a vivere.
È il rischio che corrono anche gli Oblati dopo 200 anni di storia

Per timore di annacquare, contaminare o deteriorare la purezza originaria della missione della comunità-organizzazione, vengono scoraggiate le persone dotate di maggiore creatività perché percepite come una minaccia per l’identità… Si confonde il nucleo immutabile dell’ispirazione originaria con la forma organizzativa storica che esso ha assunto nelle fasi di fondazione, e non si comprende che la salvezza dell’ispirazione originaria consisterebbe nel cambiare le forme per restare fedeli alla sostanza del nucleo originario.

Per questo sto organizzando un grande Congresso mondiale, che si terrà simultaneamente il 8 punti del pianeta, intercorressi telematicamente tra di loro. Il Congresso avrà come tema “Il carisma oblato in contesto”, così da prendere coscienza dei grandi cambiamenti avvenuti in questi anni, della grande diversità nei modi di vivere la stessa vocazione, della creatività nell'incarnazione in mondo e in modi diversi: elementi che occorre incrementare per rimanere vivi e propositivi.

I sintomi di questa malattia sono molti…  Quello più profondo è una carestia di eros, di passione e di desiderio, che si manifesta in una accidia organizzativa collettiva… L’unica vera possibilità perché un albero che ha portato buoni frutti (l’OMI, cioè un’organizzazione a movente ideale) possa continuare a vivere e a fruttificare è diventare frutteto, bosco, foresta. 
Mi fa piacere scoprire che OMI, oltre che per Oblati di Maria Immacolata, sta per Organizzazione a Movente Ideale. Proprio quello che vogliamo.

Una OMI può morire per sterilità, ma può morire anche diventando qualcosa che non ha più nulla del DNA e degli ideali del fondatore… senza più alcun rapporto col primo DNA carismatico.
Che missione grande mi è stata affidata dalla Congregazione degli OMI: promuovere gli studi sulla nostra storia, la nostra spiritualità, il carisma, l’identità… il DNA! e suscitare eros, passione, desiderio... A volte mi sento come un fuscello in mezzo all'oceano.

La saggezza di governo… sta nel far sì che le persone creative possano svilupparsi nella loro diversità, non trasformandole in ancelle al solo servizio del carisma del leader. Se infatti, non si valorizzano le diversità e si orientano tutti i talenti migliori verso una cultura monista tutta tesa allo sviluppo dell’organizzazione, la OMI finisce per perdere biodiversità, fecondità, e si avvia al declino.
Evviva la biodiversità degli OMI (Oblati di Maria Immacolata)

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