venerdì 20 marzo 2015

La parola prima dei libri

Sant'Eugenio predica la missione a Remollon  nel 1819
«Gli Oblati di Maria Immacolata hanno ricevuto, come gli apostoli, la missione non di scrivere, ma di predicare: Mi ha mandato ad annunciare la buona novella ai poveri. Essi vi sono rimasti fedeli. Il numero delle missione e dei ritiri che hanno predicato sorpassa di molto quello dei libri che hanno scritto». Queste parole, con le quali M. Bernad apre una raccolta bibliografica dei primi cento anni di vita degli Oblati, esprimono appieno la convinzione che animava sant’Eugenio.
Egli era l’uomo della parola. Prima di tutto perché credeva nell’efficacia sacramentale dell’annuncio missionario. Considerava le missioni come l’autentico annuncio della Parola, affidato da Gesù ai suoi apostoli:  «Sono la stessa predicazione che Gesù Cristo aveva imposto ai suoi Apostoli che l’hanno fatta risuonare in tutto l’universo (Rom. 10,17-18) (…) insegnano la stessa verità, promulgano le stesse leggi e si realizzano con la stessa autorità, (…) ordinariamente manifestano in modo così ammirabile la potenza della Parola di Dio per illuminare, consolare e salvare le anime che, toccate dalla grazia e docili alla voce dall’Alto, corrispondono alle proposte della divina misericordia». Eugenio era l’uomo della Parola anche perché aveva il dono della parola, dell’eloquenza. La sua predicazione attirava, incantava, trascinava.
Faceva affidamento soprattutto sulla predicazione per la conversione dei peccatori, mentre aveva poca fiducia nei libri. A P. Suzanne, che stava componendo un’opera apologetica sulla religione cristiana, così scrive, il 25 agosto 1827: «La grazia della conversione è fondamentalmente legata alla parola, è opera di Dio; i miracoli si compiono attraverso di essa. È questa la rete misteriosa, quando viene gettata nel nome di Gesù. Da san Pietro ai nostri giorni, e sarà così fino alla fine dei tempi, è grazie alla parola parlata e non alla parola scritta che avvengono le numerose conversioni.
Il criterio di discernimento che guidava costantemente sant’Eugenio era quello dell’evangelizzazione. Non ammetteva distrazione alcuna dalla predicazione delle missioni al popolo. Tutto il resto gli sembrava una perdita di tempo, compreso scrivere libri. Tutto doveva essere in vista della predicazione: aveva fondato una Società di “missionari” e tale voleva che fossero i suoi Oblati.
Era un po’ preoccupato, io uomo di libri… Finché mia sorella mi ha detto: “Ma quanto hai parlato in vita tua!” Meno male… allora sono in vocazione.

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