lunedì 15 giugno 2015

Pasquale Foresi: Conversando sulla vita cristiana / 1


Pasquale Foresi è partito per il cielo.
Qualche mia nota di lettura su un suo capolavoro: 

La preghiera «è il momento nel quale si esce da tutta una realtà contingente che ci affatica e ci addolora, per essere a contatto con lui, per trovare lui, per vivere nella nostra casa… finalmente torniamo a casa, nel nostro vero mondo, il mondo della Trinità».
Sono parole di Pasquale Foresi che mi sono tornate alla mente leggendo il suo ultimo libro, Dio ci chiama. Conversazioni sulla vita cristiana. Ho gustato una conversazione al giorno, negandomi esplicitamente il piacere di tracannare il libro tutto d’un fiato, avrei rischiato l’ubriacatura. Sono pagine che vanno centellinate come quando si beve un vino pregiato, invecchiato con cura, per assaporarne il gusto fino in fondo. Mi hanno astratto dal vortice della vita quotidiana trasportandomi, come per magia, in un’altra dimensione, nel mondo del divino: mi hanno riportato a casa! Ma non mi hanno distratto dal lavoro e dalla trama dei rapporti con quanti mi circondano. Al contrario, hanno insaporito il quotidiano facendomelo ritrovare “casa”.
Foresi ti parla. Non scrive, conversa. Ma senza disperdersi in lungaggini, come inviterebbe a fare la conversazione. Sempre essenziale, com’è nel suo stile, senza tuttavia diventare asciutto. Anzi è caldo, convincente, come si conviene in una conversazione. I suoi “Colloqui” non sono una finzione letteraria, ma una reale serie di tematiche indirizzate a un pubblico vero. Più che scritte sembrano trascritte da una registrazione, tanto sono dirette e immediate. Leggendole hai l’impressione di essere lì, davanti a lui. Non leggi, ascolti.
Quella della conversazione è una forma di comunicazione che uomini illustri hanno fatto propria. Basti pensare alle Collationes di Giovanni Cassiano, agli Entretiens di Francesco di Sales o a quelli di Vincenzo de’ Paoli. Questi grandi si intrattenevano familiarmente con i discepoli e offrivano consigli, indicazioni, insegnamenti concreti sulla vita spirituale. La racconta dei loro “intrattenimenti” sono divenuti dei classici della spiritualità cristiana.
Foresi non si intrattiene con monaci come Cassiano, o con suore come Sales, o con preti come de’ Paoli, ma con laici. È uno dei segni dei tempi, di quei tempi nuovi nei quali la santità non è più appannaggio di pochi, ma vocazione delle masse. Il Vangelo dilaga nella vita di ogni giorno e torna ad essere, come agli inizi del cristianesimo, il libro di ogni cristiano.

Che si tratti di conversazioni “evangeliche” balza immediatamente all’evidenza dal modo di citare le Scritture. A differenza dei libri scritti, pieni di cf. seguiti da una infinita serie di cifre del tipo Es 33, 20-23, Mc 10, 21, 1 Gv 4, 16…, in un libro parlato i testi della Bibbia sono riportati per intero. Si leggono integralmente i versetti 20, 21, 22, 23 del capitolo 33 del libro dell’Esodo, il versetto 21 del capitolo 10 del Vangelo di Marco, il versetto 16 del quarto capitolo della prima lettera di Giovanni… (sono esattamente i testi della prima conversazione su “Dio è Amore”). Nell’antichità si faceva proprio così. Si conosceva la Bibbia a memoria e la si citava distesamente. Da quando Robert Stephanus nel 1500 operò la divisione della Bibbia in versetti, oltre che in capitoli, si è preso a rimandare al testo biblico mediante le referenze, col rischio che esso sia semplicemente supposto. Chi va, di fatto, a consultare tutte le referenze indicate (e più sono e più il lavoro sembra acquistare carattere di erudizione). Le “conversazioni” di Foresi sono così una lettura sapienziale della Parola di Dio. I brani scelti non vengono soffocati da esegesi minuziose e pesanti o da quel tipo di “lectio divina”, oggi tanto in voga, che a volte è talmente esauriente da non lasciare al lettore la pur minima possibilità di un suo apporto personale. Il commento qui è chiaro, discreto, lascia intuire, suggerisce e poi si ritira fermandosi alla soglia del mistero, dove il lettore è invitato ad entrare con atto personale e libero. Si è coinvolti nella conversazione e soprattutto ci si deve decidere. La Parola di Dio è un appello che domanda una risposta.
Il metodo di Foresi è diventato quasi una rarità. Dovrebbe fare scuola in modo da riappropriarci veramente del testo sacro così da lasciarlo fluire sulle labbra e nella mente e nel cuore. «La Sacra Scrittura – egli scrive – prende tutto l’essere umano, arriva a nutrirlo, sia nella sua parte più spirituale (quella che riguarda la nostra unione con Dio, l’apice dell’anima nostra), sia nell’intelligenza. Di più, la parola di Dio, la Sacra Scrittura, ricompone in certo modo quell’armonia fra anima e corpo intaccata dal peccato originale (…). Ci fa avanzare nella vita spirituale, ci fa avanzare in tutta la costruzione cristiana, edifica il cristianesimo, edifica Cristo e, edificando Cristo, porta all’eredità eterna» (p. 35-36).

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