sabato 5 settembre 2015

La Scuola Abbà a Fiera di Primiero


Un po’ di pioggerellina nel primo mattino, un po’ in serata, per il resto il tempo (il Signore?) ci ha regalato un’altra splendida giornata di sole e di giochi di nubi. Iniziamo nella chiesetta di Tonadico, luogo di rivelazioni e di luci. Il resto della mattinata nell’antica pieve di Fiera di Primiero, epicentro delle storiche Mariapoli che si sono svolte in questa vallata negli anni Cinquanta. Giovanni Cazzetta, che allora era un giovane panettiere del posto, subito coinvolto nell’appassionante avventura, le ha vissute tutte, nonostante le notti passate al forno. Non potevamo  avere guida migliore di lui, in questi giorni nei quali stiamo rievocando e rivivendo gli inizi carismatici del Movimento dei Focolari.

Già nel 1951, alla convivenza di quelle poche decine di persone che durante l’estate si radunavano a Fiera, fu dato il nome di «città», luogo che aveva un’unica legge: la carità. E solo la carità ne era anche la carta d’accesso. «Non si poteva venire per assistere – si racconta –, ma per comporre con gli altri questa mistica cittadella piena di gioia, in cui tutti a gara servivano gli altri e affrontavano anche immani disagi per esserne ospiti». Negli anni successivi apparvero e parteciparono, numerosi, anche religiosi dei più vari ordini. Nel ’55 la “città” ebbe il nome di “Mariapoli”. Nel ’56 erano rappresentati i cinque continenti; per mantenere tutti uniti nacque il giornale Città Nuova. Nel ’58, ispirandosi all’esposizione universale di Bruxelles, la Mariapoli volle essere una piccola “Expò di Dio”. Infine l’estate 1959, quando la Mariapoli raggiunse il suo massimo splendore. «Vi era radunata gente di ventisette nazioni, che parlava nove lingue diverse. Tutti uniti consacrarono a Dio la propria terra, per far di tutti il popolo di Dio». Da allora la Mariapoli si moltiplicò nel mondo. Ma qui si intuisce il seme che l’ha generata, il “lievito”, come direbbe Giovani da buon fornaio.

Nel primo pomeriggio l’immersione nella storia prosegue. Siamo guidati dalle insegne che il comune ha messo per un itinerario sulle orme di Chiara Lubich, a cominciare dalla Baita Paradiso, minuscola casa-fienile che ha fatto da culla al primo gruppo di ragazze. Se la chiesa dei cappuccini e quella di Tonadico custodiscono i segreti delle esperienze mistiche, questa baita è il luogo dove Chiara ha affidato agli scritti la sua esperienza, componendo il suo libro “Paradiso’49”, oggetto di studio della nostra Scuola Abbà.
Poco più sopra, la chiesa di San Vittore, che domina la vallata, ci svela i suoi affreschi del X-XI secolo che un sapiente restauro ha recentemente messo in luce: storie di Maria e di battaglie, descrizione d’inferno, purgatorio e paradiso, icone di santi… Una catechesi visiva che ricorda le verità del cielo.
Quando torniamo al nostro lavoro intellettuale, esigente e insieme gioioso, avvertiamo che sapienza e scienza si compenetrano in gioco di luce. Così la Scuola Abbà continua la sua bella esperienza...

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