mercoledì 21 ottobre 2015

Cosa rimane alla fine?



Québec, domenica 18 ottobre. Vento diaccio e nevischio, ma non rinuncio ad una passeggiata in centro città. Vorrei vedere la tomba del cardinale oblato Villeneuve. Si deve a lui l’inizio degli studi archivistici su sant’Eugenio che lentamente l’hanno portato alla beatificazione. La cattedrale è molto bella e raccolta, luminosa. La cripta è tuttavia chiusa e non posso salutare Villeneuve. In compenso posso pregare un attimo sulla bellissima tomba di Laval, il primo vescovo del Nord America, che aveva una diocesi comprendente gli attuali Canada e Stati Uniti. È stato beatificato da Giovanni Paolo II.

Sono andato in cerca di un’altra tomba, quella di p. Lelièvre, appena costruita come un grande mausoleo, ma anch’essa, domenica pomeriggio, è chiusa. Leggo allora ancora qualcosa dell’apostolo del Sacro Cuore e degli operai.
Lo criticavano perché diceva sempre le stesse cose. E lui: “Interessante! Da quando confesso, ho sempre sentito gli stessi peccati. Cambiate i vostri peccati, e cambierò i miei Vangeli”.
Un giorno, alla fine della direzione spirituale, un uomo si sente dire: “Prega forte, perché soffro terribilmente, terribilmente. – Lei è tormentato? come? – Il Sacro Cuore mi tormenta costantemente per avere anime. Sono tormentato giorno e notte, è una sete insaziabile. – Padre, io sono pronto a pregare, ma se è il Sacro Cuore che lo vuole, credo il tormento andrà aumentando sempre più. – Hai ragione. Se te lo dico, non è per lamentarmi... Un giorno, si sa, tutto scomparirà, e non rimarrà che Lui. Come saremo felici allora!”.


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