mercoledì 4 novembre 2015

Canada: perché torni, nuova, la primavera



Nel primo dei suoi tre viaggi in Canada, Giovanni Paolo II, accompagnato da Padre Marcello Zago, il 10 settembre 1984, presso il Santuario di S. Anne de Beaupré, incontrò anche gli Inuit e gli Amerindi. In quell’occasione disse: “Desidero nominare specialmente i missionari Oblati di Maria Immacolata. Essi hanno preso in carico questa vasta regione del Grande Nord canadese. Hanno consacrato la loro vita all’evangelizzazione e al sostegno di numerosi gruppi di Amerindi, condividendo la loro vita, diventando i pastori, i vescovi di coloro che sono divenuti credenti. E inoltre sono stati i primi missionari cattolici che sono andati a incontrare gli Inuit e ad abitare con essi per testimoniare Gesù Cristo e fondare la Chiesa. L’intercessione di santa Teresa del Bambino Gesù, patrona delle missioni, ha contribuito a fecondare il loro laborioso apostolato”.
In questo mio viaggio non ho incontrato né Inuit né Amerindi, come ho avuto occasione di fare altri viaggi, ma ho visto missionari che hanno dedicato tutta la vita alla loro evangelizzazione e al loro sostegno, come ha detto il papa.
Lascio il Canada con negli occhi i volti sorridenti di questi Oblati anziani, che hanno speso tutta la loro vita per Dio e la sua gente, e i colori straordinariamente belli dell’autunno.
Nel viaggio da Ottawa a Montréal ripercorro ancora volta i boschi che tanti mi avevano incantato un mese fa per l’indicibile sinfonia di toni di luce. Oggi soltanto gli esili larici irraggiano i sottili aghi giallo arancio. Alcuni alberi trattengono ancora rugginose foglie accartocciate, nel vano tentativo di protrarre l’esplosione dell’autunno. Il colore di boschi e foreste ora è oscuro, cenere e carbone. Ormai tutti alberi hanno deposto il loro fogliame e rivolgono al cielo i rami minuti e nudi, quasi una preghiera.
Parto facendo mia questa silenziosa fiduciosa preghiera di uomini e natura perché torni, nuova, la primavera.


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