martedì 22 dicembre 2015

Attesa di Natale con Giorgio Caproni

  


S’avvicina il Natale.
Gesù, portami via.
La tua è la più bella bugia
Che possa allettare un mortale

La mia novena di Natale prosegue con Giorgio Caproni, uno dei più grandi poeti del Novecento. Agnostico, come tanti. Eppure, anche se pensa che la nascita di Gesù sia “la più bella bugia”, avverte la nostalgia del Natale: “Gesù, portami via”.
Conoscevo questa sua poesia.
È stata invece una sorpresa leggere un’altra sua poesia, sempre sul Natale. Sconsolato vede la storia di Gesù che nasce povero e perseguitato, ripetersi, moltiplicata in milioni di bambini. Si sente impotente: “A che mai serve il pianto del poeta? Meno che a nulla”.
Si rivolge allora all’amico credente, perché con la sua fede, innalzi quella preghiera che lui non sa dire. Mi è sembrato un appello rivolto a me per vivere il Natale con cuore grande:

Nel gelo del disamore...
senza asinello né bue...
Quanti, con le stesse sue
fragili membra, quanti
suoi simili, in tremore,
nascono ogni giorno in questa
Terra guasta!...

Soli
e indifesi, non basta
a salvarli il candore
del sorriso.

La Bestia
è spietata. Spietato
l'Erode ch'è in tutti noi.

Vedi tu, che puoi
avere ascolto. Vedi
almeno tu, in nome
del piccolo Salvatore
cui, così ardentemente, credi
d'invocare per loro
un grano di carità.

A che mai serve il pianto
- posticcio - del poeta?

Meno che a nulla. È soltanto
fatuo orpello. È viltà.

Dicembre 1989

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