giovedì 10 dicembre 2015

Misericordia: Eugenio de Mazenod e Alfonso de Liguori alleati


Gli archivi sono una miniera. Nel nostro, ho trovato una pagina manoscritta di sant’Alfonso Maria de Liguori, con dei pensieri pubblicati nel libro Le glorie di Maria. Era stata regalata a sant’Eugenio nel suo primo soggiorno romano (1825-1826), probabilmente quando frequentava la casa dei Redentoristi.
Quando era tornò in Francia dopo l’esilio in Italia – aveva vent’anni – sant’Eugenio aveva trovato una clima religioso ancora dominato dal rigorismo, onda lunga dell’antico Giansenismo. Occorreva liberarsene definitivamente, per riscoprire e annunciare la misericordia di un Dio che si è rivelato come amore. Gli veniva incontro la teologia di sant’Alfonso, da poco proclamato beato.
Ritratto di sant'Alfonso conservato nella casa OMI
di santa Maria a Vico, da lui visitata più volte
Nel seminario di St. Sulplice, benché vi venisse impartito un insegnamento di tendenza ancora rigorista, egli si applicò allo studio della nuova morale. Nel 1816, all’inizio della fondazione dei Missionari di Provenza, aveva cercato le opere e la regola di sant’Alfonso per ispirarvisi, come scrisse al padre: «Avevo studiato a fondo le sue opere e l’abbiamo preso come uno dei nostri patroni: vogliamo camminare sulle sue orme e imitarne le virtù… Ho una parte dei suoi scritti, tra cui la sua Teologia Morale, che amo molto e di cui, quando avevo tempo di studiare, ho fatto uno studio particolare…». Appena ricevette la biografia del santo, la fece tradurre in francese dal padre; l’impresa complessa che terminò con la composizione di una nuova biografia scritta da Padre Jeancard, che sant’Eugenio fece pubblicare nel 1828. Era la prima che appariva in Francia.
Successivamente affidò al padre Domenico Albini il compito di insegnare la morale di sant’Alfonso nei corsi di morale agli studenti Oblati e più tardi al seminario maggiore di Marsiglia e a quello di Ajaccio. Nel 1830 lo sentiamo raccomandare a uno dei giovani studenti Oblati di temperare i suoi rigori studiando sant’Alfonso.

Sarà soprattutto sul piano pastorale che sant’Eugenio mostra il suo orientamento morale. Esso è testimoniato, ad esempio, nei contrasti con Mgr Arbaud, vescovo di Gap. In una lunga lettera del 22 gennaio 1827, il vescovo si lamentava degli Oblati che lavoravano nella sua diocesi. Diceva che erano rilassati nei loro principi di morale. Il P. de Mazenod non ebbe difficoltà a discolpare i suoi missionari; ricordò al vescovo che i principi morali sostenuti e da loro seguiti , non erano altro che quelli sostenuti e messi in pratica dal beato Alfonso de Liguori, principi che Roma era ben lungi dall’avversare.

Quando era ancora seminarista, sant’Eugenio scriveva alla sorella che aveva timore di avvicinarsi all’Eucaristia. Essendo appena sposata, le sembrava di essere diventata una donna troppo di mondo. E lui: «“Più siete nel mondo, più avete bisogno di aiuto, dice il Venerabile Liguori, più avete bisogno di aiuto, perché avete tentazioni più grandi… Questo santo Vescovo, che ha scritto le sue opere solo dopo aver esercitato il ministero per 28 anni, sembra legare l’eternità alla frequenza della S. Comunione… Tu sai che i primi cristiani comunicavano tutti i giorni, senza che fossero impediti, o meglio, malgrado che fra loro vi fosse qualche piccola disputa, gelosia, in una parola delle imperfezioni, come vediamo dagli Atti, dalle lettere di S. Paolo e da quello che dicono i Santi Padri».
Alla vigilia dell’Anno della Misericordia è bello vedere questi due santi alleati nell’annunciare l’infinito amore di Dio.


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