martedì 26 gennaio 2016

200 anni OMI, Un progetto condiviso con la gente


È appena stato pubblicato un libro con i contributi per il convegno sulla stampa missionaria degli Oblati in Europa. Il volume si apre con la mia relazione su sant’Eugenio e la stampa.
Tra l’altro ricordo che in vista della fondazione dei Missionari di Provenza sant’Eugenio - aveva ormai 33 anni – pensò fosse opportuno coinvolgere la gente della città nel suo progetto. Compose un Prospectus pour les missions, che potrebbe essere considerato il primo tentativo di coinvolgere le persone a largo raggio nel proprio progetto missionario. L’originale è conservato nei nostri Archivi di Roma: ne riproduco qui accanto la prima pagina.
Inizia con l’analisi della situazione dolorosa della Chiesa del proprio tempo e la necessità di porvi rimedio, con parole che riprenderà nella futura Regola:

Poiché lo stato deplorevole nel quale si trova la religione nelle nostre campagne, i cui abitanti sembra aver rinnegato la fede dei loro padri, ha vivamente toccato diversi ecclesiastici che si sono resi conto della gravità della piaga, essi hanno deciso di consacrarsi interamente all’opera delle Missioni, per cercare di riportare le genti ai principi religiosi…

Segue la proposta concreta delle missioni e di una comunità di missionari:

In questa grave situazione, si è pensato che occorreva ricorrere al solo mezzo che l’esperienza ha provato essere quasi sempre efficace, il ministero dei Missionari… gli ecclesiastici che vi si dedicano… sono attratti dal pensiero di radunarsi gradualmente in gran numero, in modo che gli uni possano dedicarsi alla preghiera, allo studio, alla meditazione delle sante verità, mentre gli altri si spanderanno nei paesi, per annunciarvi la Parola di Dio e far rinascere la pratica dei precetti evangelici.

Giunge infine l’appello alla generosità, quale espressione di un amore sincero per la religione e, dopo aver segnalato le preghiere che si fanno per i benefattori, il Prospectus si conclude con un “formulario di sottoscrizione” per contribuire alle spese dell’acquisto e risistemazione della casa dei Missionari di Provenza, fondato nell’antico convento delle Carmelitane.
La richiesta di sant’Eugenio non rimane senza risposta. Un benefattore si dichiara disposto a prestare 12.000 franchi senza interesse per un anno. Lo zio Roze-Joannis promette di inviare 300 franchi. Anche i giovani dell’Associazione offrono il loro contributo.

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