lunedì 25 gennaio 2016

A Bologna i 200 anni degli Oblati

Celebrare i duecento anni di vita degli Oblati non significa soltanto far memoria delle origini, ma anche del cammino compiuto in questi anni.
È quanto ho cercato di fare ieri a Bologna nella nostra parrocchia della Madonna della Fiducia. Dopo la messa solenne presieduta dal nuovo arcivescovo, don Matteo Zuppi (vecchia conoscenza di Roma), ho mostrato in breve alle persone lo straordinario ventaglio missionario che si è aperto sul mondo intero, a partire dal quel 25 gennaio 1816: una storia meravigliosa.
Un esempio significativa, che copre quasi un terzo dei 200 anni, è proprio quello della nostra presenza a Bologna. Risale a subito dopo la seconda guerra mondiale, quando agli Oblati fu affidata la valle dell’Idice e le zone adiacenti: decine di parrocchie sprovviste di chiesa o con le chiese distrutte dai bombardamenti. Il “gruppo missionario” partiva con un camioncino attrezzato a cappella volante e si muoveva di paese in paese per la missione al popolo, la visita alle famiglie. Erano alleggiati in alcune stanze della “casa del popolo”, sede del partito comunista. Entrando nelle case delle famiglie invece del quadro della Madonna o del Sacro Cuore trovavano quello di Stalin e di Togliatti.
Alcuni anni più tardi, nel 1957, il nuovo arcivescovo, il card. Lercaro, li invitò a “sedentarizzarsi” in un nuovo insediamento alla periferia della città: le case popolari della zone delle Due Madonne. Le nuove costruzioni erano sorte in semicerchio, lasciando in mezzo un grande terreno dove trovò posto una cappella provvisoria e poi la chiesa della Madonna della Fiducia costruita dagli Oblati. È bello e significativo vedere, anche oggi, la chiesa proprio in mezzo alle case. Pur lavorando nella nuova parrocchia, gli Oblati continuarono il lavoro missionario itinerante nell’intera diocesi e oltre.
Ne è testimone il vecchio padre Giangiacomo Coati – ancora al posto di combattimento –, che ha vissuto quasi metà dei duecento anni della nostra storia!



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