domenica 24 gennaio 2016

Gli Oblati festeggiano i 200 anni a Roma

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I nostri amici di Firenze, più di sessanta, sono venuti a Roma per festeggiare i 200 anni dalla nascita degli Oblati. Primo atto: passare la porta santa di san Paolo fuori le mura, per celebrare l’anno giubilare. San Paolo perché nessuno meglio di lui dice la natura della famiglia oblati: missionari come l’apostolo delle genti. San Paolo perché gli Oblati sono nati il giorno nella quale la Chiesa ricorda la sua conversione. San Paolo perché il nome di sant’Eugenio è inciso sulla lapide dell’abside, a ricordo della sua presenza quando Pio IX consacrò la basilica dopo che un incendio, trent’anni prima l’aveva distrutta.
È seguita la classica visita ai nostri luoghi più cari: san Silvestro al Quirinale dove sant’Eugenio viveva quando veniva a Roma, le stanze di sant’Ignazio e quelle di san Filippo Neri, dove il fondatore degli Oblati ha vissuto intense esperienze mistiche… Una gioiosa passeggiata nel cuore di Roma, che aveva incantato sant’Eugenio e continua a incantare anche noi.
Ho avuto la gioia di esplicare la mia vocazione di guida turistico-spirituale. Soprattutto ho avuto la gioia di condividere qualche momento dell’esperienza di sant’Eugenio a Roma con famiglie, giovani, bambini, persone di famiglia, la grande famiglia dei missionari Oblati.
Con sant’Eugenio abbiamo pregato:


Tu mi hai creato per te e io voglio essere solo per te,
lavorare per te, vivere e morire per te.
Mio Dio, ho una ragione grande
per dedicarmi interamente al tuo servizio,
per offrirti la mia vita e tutto quello che sono,
per consumare tutto ciò che è in me a gloria tua.
Infatti ti appartengo sotto tanti punti di vista.
Tu non sei solo il mio creatore e Redentore,
così come lo sei per tutti gli altri uomini;
tu sei il mio benefattore particolare,
perché mi hai applicato i tuoi meriti
in un modo tutto speciale.
Tu sei il mio amico generoso
che ha dimenticato tutte le mie ingratitudini.
Tu sei il mio tenero Padre
che ha portato questo ribelle sulle sue spalle,
riscaldandolo col tuo cuore,
lavando le sue piaghe.
Dio buono, Signore misericordioso,
mille anni spesi al tuo servizio,
sacrificati a gloria tua
sono la minima che la tua gloria possa esigere da me.  

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