domenica 15 maggio 2016

A Celano dal beato Tommaso



Tante volte ho attraversato l’affascinante rude Marsica per andare a Pescara. Celano, al limite della conca del Fucino, mi ha sempre attirato, nel attirato il desiderio di vedere la patria di Tommaso da Celano, il primo biografo di san Francesco.
Questa volta mi sono finalmente fermato a visitare il paese. Su questo altopiano, in mezzo alle montagne, la primavera non è ancora arrivata. Fa freddo. Non certo come quando vi arrivò san Francesco, nell’inverno tra il 1215-1216, quando vi compì un miracolo, come narra proprio il beato Tommaso da Celano, che forse lo aveva accompagnato personalmente nella sua terra.


Non c’era ancora il possente castello dei Piccolomini che domina la città. Da lontano sembra una costruzione fredda, cerebrale, ma visitandolo mostra un volto più signorile e pur sempre severo.
Nella chiesa di san Francesco, sotto una tavola che ritrae il beato di Celano con in mano la biografia da lui scritta – anche se ne ha scritte due! oltre al libro dei miracoli –, sono conservati, in un piccolo reliquiario, i suoi pochi resti.
Rileggo il Prologo della Vita Prima: “Per ordine del glorioso signor papa Gregorio, mi sono accinto a narrare diligentemente gli atti e la vita del beatissimo padre nostro Francesco. Ho cercato di farlo con ordine e devozione, scegliendo sempre come maestra e guida la verità. (…) mi sono limitato a trascrivere con fedeltà almeno quelle cose che io stesso ho raccolto dalla sua viva voce o appreso dal racconto di testimoni provati e sinceri…”.
Grazie beato Tommaso per averci lasciato l’opera più bella su san Francesco! La tua bella Celano è da te resa ancora più bella.


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