venerdì 8 luglio 2016

Deum Creatorem venite adoremus



Sono stato a visitare l’antica sede della Specola vaticana a Castelgandolfo-Albano. Adesso l’osservatorio astronomico è in Arizona, ma ad Albano sono conservati gli antichi strumenti di ricerca, la ricchissima biblioteca, la documentazione storica e una delle più complete raccolte di meteoriti. Guida d’eccezione in questo mondo affascinante la professoressa Ileana Chinnici, dell’Osservatorio astronomico di Palermo e prima donna a far parte dello staff della Specola, come Agent Scholar.
La Specola Vaticana è uno degli Osservatori astronomici più antichi d’Europa ancora in funzione. Le sue origini risalgono alla seconda metà del secolo XVI quando il Papa Gregorio XIII invitò astronomi e matematici del Collegio Romano a preparare la riforma del calendario promulgata poi nel 1582. Fece erigere una torre alta 73 metri per le prime ricerche e verso la fine del secolo XVIII vi furono installati i primi strumenti astronomici. La lunga storia giunge fino a Pio XI, che rifondò la Specola Vaticana a Castelgandolfo, dandole come motto: Deum Creatorem venite adoremus. Guardando il cielo non si può non dorare Dio creatore!
L’universo – ha scritto papa Francesco in Laudato si’ – è qualcosa di più che un problema scientifico da risolvere, è un mistero gaudioso che contempliamo nella letizia e nella lode. Tutto l’universo materiale è un linguaggio dell’amore di Dio, del suo affetto smisurato per noi.


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