lunedì 1 agosto 2016

Buon compleanno sant’Eugenio: 234 anni!



Sant’Eugenio era solito ricordare il suo onomastico. Di anno in anno, dai diari e dalle lettere, si possono cogliere i diversi sentimenti con i quali riviveva l’anniversario del 1° agosto 1782.

Gettando lo sguardo sulla data di questa lettera, vi ricorderete, mio caro amico, che oggi entro nel mio quarantanovesimo anno… Ho pianto, come potete immaginare, su tanti miei difetti; ho ringraziato Dio per tante grazie. Mi sono però rattristato, e in questo ho avuto torto, di riscontrare nell’insieme della mia vita un campo più vasto di quello da me percorso, voglio dire di aver avuto l’impressione di non aver esaurito il mio compito. Colpa mia? Colpa dei tempi?... Io allora mi lamentavo in qualche modo col Signore di avermi dato più idee, più desideri, più possibilità, più volontà che non forze. (A p. Tempier, 1 agosto 1830)

Ancora un anno da aggiungere ai 58 già trascorsi. Oggi entro nei 59, 25 dei quali passati nel mondo, 25 nello stato ecclesiastico dalla tonsura al sacerdozio e, presto, 8 nell’episcopato. Sacerdote a 28 anni compiuti da 5 mesi; vescovo a 49 anni compiuti da 3 mesi… Mi ricordano anche i benefici di Dio; piaccia al cielo che non mi rimproverino la mia poca corrispondenza alla grazia della mia triplice vocazione. (Diario, 1 agosto 1840)

Oggi niente di particolare se non che compio i miei 59 anni. È così che ci si avvicina alla fine senza neanche pensarci. Si invecchia solo un giorno alla volta, ma subito arriva l’anniversario che vi ricorda che siete più vecchio di un anno e ogni anno la cifra aumenta e finisce con lo stupirvi perché, in questa rapida progressione, niente sembra alterato né nella forza del corpo né nell’intelligenza… E così si arriva alla sessantina. (Diario: 1 agosto 1841)

Ecco arrivato, un’altra volta, il °1 agosto. Qualche anno fa era accolto con una certa gioia. Semplicemente ricordava il giorno della nascita, mi invitava a ringraziare Dio del beneficio della mia esistenza e ricevevo con gioia gli auguri dei miei amici. Allora riversavo sulla mia cara e amatissima madre i sentimenti ispiratimi dalla circostanza. Oggi è un’altra cosa. Prima di tutto questa buona madre, a cui devo la nascita e che mi ha nutrito col suo latte, non è più su questa terra… Ho potuto darle questi due nomi – mamma e mamma cara – fino a 62 anni. Lei ne aveva 82 quando mi è stata tolta. Dopo, celebrare il compleanno numero 77, umanamente parlando, non è una cosa molto allegra! Chi prolunga la propria vita fino a 80 anni? Davanti a sé si hanno, dunque, tre anni di vita e anche meno. Certamente non ne rimango colpito, ma non interessa: è più un ricordo della morte che della nascita. Non siamo creati per il cielo che è la nostra vera patria?...
Quest’anno, questo giorno ha coinciso con quello in cui le nostre buone pescivendole del mercato celebrano la festa della loro patrona, S. Anna. Tutti gli anni vado a dire loro la messa di comunione. Nella piccola allocuzione, che ho loro rivolto in provenzale, ho ricordato la circostanza della mia nascita, ma quando ho detto che gli anni che celebravo con loro erano 77, queste brave donne mi hanno risposto a gran voce, le une: “Lounge mai”, cioè ancora a lungo; le altre: “che il “bouen Dieou vous conservò”, che il buon Dio vi mantenga; “Purqu’ès vivro cent ans”, possiate vivere 100 anni. (Diario, 1 agosto 1858)


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