domenica 7 agosto 2016

Per una Chiesa sempre giovane


Il titolo della Lettera che la Congregazione della Dottrina della fede ha recentemente indirizzato ai vescovi sul rapporto tra i doni gerarchici e carismatici porta un incipit – che dà il titolo al documento – di grande effetto: Iuvenescit Ecclesia. Una Chiesa sempre giovane e bella, o almeno capace di rinnovarsi e di ringiovanire appena s’accorge d’essersi invecchiata. Chi ha la capacità di fare giovane e bella è naturalmente lo Spirito Santo, come già affermava sant’Ireneo di Lione: «La fede che abbiamo ricevuto dalla Chiesa, sotto l’azione dello Spirito di Dio, come un deposito di grande valore, chiuso in un vaso prezioso, continuamente ringiovanisce e fa ringiovanire anche il vaso che la contiene» (Advesus Haereses, 3, 24, 1).

Come fa lo Spirito a ringiovanire costantemente la Chiesa? La Lettera fa esplicito riferimento alla Costituzione Lumen gentium che al n. 4 afferma: «Lo Spirito introduce la Chiesa nella pienezza della verità (cfr. Gv 16,13), la unifica nella comunione e nel ministero, la provvede e dirige con diversi doni gerarchici e carismatici, la abbellisce dei suoi frutti (cfr. Ef 4,11-12; 1 Cor 12,4; Gal 5,22). Con la forza del Vangelo la fa ringiovanire, continuamente la rinnova e la conduce alla perfetta unione col suo Sposo». Lo Spirito Santo mantiene dunque viva la Chiesa grazie ai continui doni che le elargisce.
Il documento della Congregazione per la Dottrina della fede prende che la vita e missione della Chiesa sono animate e promosse dall’opera dello Spirito Santo che rende presente a ogni tempo e a ogni luogo l’evento di Gesù Cristo attraverso la sinergia dei «doni gerarchici» che si esprimono – in virtù del sacramento dell’ordine – nel ministero dei pastori, e dei «doni carismatici» che sono disseminati con larghezza e gratuità nel popolo di Dio dallo Spirito del Signore. È una realtà di sempre, ma «solo in epoca recente si è sviluppata una sistematica riflessione sui carismi» (n. 9). Precedentemente la riflessione ecclesiologica si arrestava sui doni gerarchici, quasi che da soli garantissero la vitalità e il cammino della Chiesa. Oggi, «grazie alla stessa vita della Chiesa, ai numerosi interventi del Magistero e alla ricerca teologica» (n. 1), si è consapevoli che non solo «i doni gerarchici» ma anche «gli autentici carismi vanno considerati come doni di importanza irrinunciabile per la vita e la missione ecclesiale» (n. 9). «Benché questi ultimi – si precisa – nelle loro forme storiche non siano mai garantiti per sempre, la dimensione carismatica non può mai mancare alla vita e alla missione della Chiesa» (n. 13).
Qui a Roveré, sui Monti Lessini, questa realtà di Chiesa mantenuta viva dai carismi si vede. Siamo 65 religiosi, espressione di 35 carismi. Tutte persone che da anni lavorano insieme per una comunione vera a servizio della missione. Una bellissima testimonianza d’unità.

Nessun commento:

Posta un commento