giovedì 15 settembre 2016

Kennedy Katongo: una vita (breve) per la pace



A Marsiglia (secondo da sinistra)
“My neighbor”, mi sussurrava battendomi la manona sulle spalle. Il mio ufficio è proprio accanto al suo. A fine mattinata, all’una precisa, quando passava davanti alla mia porta gridava: “Basta lavorare. Andiamo a pranzo!”.
È ancora il mio vicino. Anzi, ancora più vicino, ora che è partito improvvisamente per il cielo.
Eravamo insieme da due anni appena. Era stato chiamato alla casa generalizia per prendere in mano l’Ufficio Giustizia, Pace e Integrità del creato. Aveva riempito la casa con la sua presente, non soltanto perché era un gigante, ma perché era un gigante buono!
In poco tempo si era attirata la stima di quanti in Roma lavorano in un ministero analogo, al punto che gli avevano chiesto di essere il presidente dell’associazione: aveva proprio la stoffa del leader.
Morire così, all’improvviso, a 36 anni, di notte, da solo, per un infarto, lontano dalla sua patria, sapendo di morire… Non si può!
È morto nel giorno della festa della Croce. Anche Gesù morì da solo, provando l’abbandono dei discepoli, delle folle, staccando da sé la madre, provando il senso di abbandono da parte del Padre. Anche Gesù è morto con un forte grido. È il solo pensiero che mi mette un po’ di pace.

Poi penso alla sua famiglia, ai genitori, ai due fratelli più piccoli. Sicuramente erano orgogliosi di avere un figlio sacerdote, che aveva studiato negli Stati Uniti, che aveva un posto di responsabilità a Roma. Ora improvvisamente non c’è più. Non sanno neppure dove immaginarlo… Il senso a tanto dolore può darlo solo Maria, che oggi celebriamo ai piedi della croce, anche lei che si vede stappare l’unico figlio…
Padre Kennedy è morto il giorno nel quale iniziava il Capitolo generale. Che questa offerta porti almeno frutto.
Sul numero della rivista “OblateWorld” (ottobre 2014), leggo un articolo che parla di lui e riporta il suo pensiero.

Padre Kennedy Katongo, O.M.I. ritiene che non dovrebbe mai essere "normale" per qualcuno di vivere in condizioni di povertà o di oppressione.
Come il nuovo direttore del Servizio Generale per Giustizia, Pace e Integrità del Creato, p. Kennedy asserisce che il suo obiettivo principale è quello di offrire alle persone povere l’opportunità di cambiare la loro vita per il meglio.
"Lavorare per la pace e la giustizia è un modo per essere vero testimone di Gesù Cristo. Dobbiamo intervenire sul sistema in modo che la giustizia possa prevalere e le persone possano avere una vita migliore."
Padre Kennedy è molto fiero di sapere il Oblati non rimangono indifferenti davanti all'ingiustizia. Intervengono, spesso con grande rischio per la loro sicurezza personale:
- In Brasile gli Oblati vivono in piena solidarietà con le popolazioni indigene che perdere la loro terra a causa delle multinazionali.
- In Sri Lanka lavorando per la pace e la riconciliazione tra i gruppi militari rivali.
- Negli Stati Uniti gli ​​Oblati, fanno sentire la loro voce in favore di una riforma dell'immigrazione.
Padre Kennedy è stato ordinato solo quattro anni, ma migliorare la vita dei poveri era per lui una priorità molto prima dell'ordinazione.
Nato in Zambia nel 1980, da giovane P. Kennedy aveva preso parte al programma “Youth Alive Zambia”. È stato coinvolto in progetti per prevenire la diffusione del virus AIDS, per ridurre gli abusi sui minori, la disoccupazione e la povertà nella sua comunità.
Cresciuto nella provincia occidentale dello Zambia, p. Kennedy spiega che la povertà è semplicemente accettato come un fatto normale da molte persone. La maggior parte delle famiglie vive con circa un dollaro al giorno, e la mancanza di opportunità di istruzione e di lavoro rende quasi impossibile rompere il ciclo della povertà. Le persone che vivono in condizioni di povertà per così tanto tempo iniziano a ritenere che sia normale vivere così. "Avere accesso ad acqua pulita, cure mediche e scuole non deve essere normale", ha ripetuto p. Kennedy. "Dovrebbe essere un diritto di tutti, anche dei più poveri tra i poveri".
Mentre era seminarista oblato P. Kennedy ha lavorato con la Commissione Cattolica per Giustizia e Pace su temi come il commercio e il debito in Zambia, traffico di esseri umani e accesso all’acqua pulita. Quando studiava negli Stati Uniti ha lavorato con l’Ufficio oblato di Giustizia, Pace e Integrità del Creato a Washington riguardo ai problemi del clima, all'immigrazione e alla condizione dei rifugiati.
Una volta diventato sacerdote P. Kennedy ha lavorato sia nel ministero parrocchiale che tra giovani, oltre che nel programma di Giustizia, Pace e Integrità del Creato, in qualità di direttore.
Padre Kennedy non è mai tirato indietro quando c’era da parlare contro l'ingiustizia e la corruzione del governo nel suo paese. Diceva che la corruzione era a uno "sport nazionale" in Zambia, e richiamò funzionari di governo che stavano rubando risorse statali per il loro tornaconto personale.
"Facciamo in modo di votare per i leader che garantiscano uno sviluppo autentico e non soltanto sulla carta", ha detto p Kennedy a un quotidiano nazionale prima di una elezione nel 2011. “Gli Zambiani devono astenersi dal votare per leader disonesti."
Alla ricerca della costruzione della pace e portando avanti iniziative significative di giustizia p. Kennedy sarà presente in luoghi di alto profilo dove si decidono le sorte dei poveri, come in Vaticano, nella Banca mondiale e alle Nazioni Unite. Ma p. Kennedy non punta ad una posizione elevata. Ha un obiettivo più modesto e concreto: "Come Oblato mi sono impegnato per dare ai poveri il meglio di quanto posso offrire. Potremo dire di aver raggiunto lo scopo solo quando potremo dire che avremo reso migliore la vita di qualcuno".


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