martedì 27 settembre 2016

Lo scopo della mia vita


“Amare Gesù: ecco lo scopo della mia vita. Ogni parola, ogni passo, ogni pensiero, ogni sentimento, ogni respiro, deve essere un atto purissimo di amore. Vivere e morire di amore per Gesù: ecco il mio ideale”.

Apa Pafnunzio lesse queste parole su un frammento di papiro affisso alla porta della cella di apa Epifanio. Le aveva scritte lui o le aveva copiate o ascoltate da qualcuno degli anziani? Poteva essere così; era un letterato apa Epifanio. Ma era soprattutto un sant’uomo e gli si addicevano, quelle parole; dovevano essere proprio sue.
Perché mai aveva appeso il papiro sulla porta? Per ricordare il suo proposito ogni volta che usciva? Avrebbe dovuto fissarlo all’interno. O per invitare chi passava a far proprio lo scopo della vita che lo animava…
Apa Pafnunzio le intese così.

Quelle parole, invece di animarlo ebbero l’effetto di deprimerlo. Non si sentì spinto all’emulazione, come forse era l’intento di apa Epifanio. “Anche per me Gesù è lo scopo della vita?”, si domandò con un velo di apprensione. Avrebbe dovuto esserlo. Era andato nel deserto per questo, già da tanti anni.
Aveva la confidenza per dire a Gesù che ogni parola, ogni passo, ogni pensiero, ogni sentimento, ogni respiro erano un atto purissimo d’amore per lui, che viveva e sarebbe morto per amore di lui? Soprattutto, sarebbe stata vera una tale confidenza?
Il papiro di apa Epifanio, invece della gioia gli aveva trasmesso tristezza.
Apa Pafnunzio si sentiva davvero un pover’uomo. Che senso la vita senza un amore ardente?
Sì, faceva tante cose, tante cose belle, ma ogni parola, ogni passo, ogni pensiero, ogni sentimento, ogni respiro, era davvero un atto purissimo di amore?

Dalla modesta icona il Pantokrator, dolce e severo, al debole lume della candela, guardava apa Pafnunzio, senza pronunciare parola.
Apa Pafnunzio, al debole lume della candela, guardava il volto del Pantokrator, senza pronunciare parola.
Finalmente provò a sussurrare: “Amarti e farti amare, ecco lo scopo della mia vita”.
Poi soggiunse, con un bisbiglio appena, quasi correggendosi: “Ti prego, sii lo scopo della mia vita”.
Sarà stato un sussulto della fiammella, ma gli parve che il Pantokrator gli sorridesse.


Nessun commento:

Posta un commento