lunedì 10 ottobre 2016

Con gli Oblati nella “Sicilia incantata”



Il breve soggiorno palermitano si è concluso con una mattinata assieme alla comunità oblata. Dopo diverse sedi storiche, da 15 anni è nella borgata di Villagrazia, con la bella chiesa di santa Maria della Grazia. Una comunità lanciata in una missione dalle molte facce, ma che si caratterizza soprattutto per il servizio agli immigrati, sempre più numerosi in città.
È un esempio di realizzazione di ciò che il papa si aspetta dagli Oblati, come ci ha detto pochi giorni fa: «È importante lavorare per una Chiesa che sia per tutti, una Chiesa pronta ad accogliere e accompagnare! Il lavoro da compiere per realizzare tutto ciò è vasto; e anche voi avete il vostro specifico contributo da offrire… Il campo della missione oggi sembra allargarsi ogni giorno, abbracciando sempre nuovi poveri, uomini e donne dal volto di Cristo che chiedono aiuto, consolazione, speranza, nelle situazioni più disperate della vita. Pertanto c’è bisogno di voi, della vostra audacia missionaria, della vostra disponibilità a portare a tutti la Buona Notizia che libera e consola».


Mi hanno offerto anche un tocco delle bellezze paesaggistiche dei dintorni, portandomi, velocemente, fin sulla Piana degli Albanesi, a Portella delle Ginestre, luogo dell’eccidio dei contadini del Bandito Giuliano, nella Valle dello Jato, tra montagne e picchi di sapori arcaici, con orizzonti di poesia.
Bella di monumenti e di natura, di storia e di genti, questa Sicilia. Ecco perché sant’Eugenio la chiamava “Sicilia incantata” e se l’è portata in cuore tutta la vita.


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