mercoledì 19 ottobre 2016

L’attesa nella fede di apa Pafunzio


“Quando il Figlio dell’uomo tornerà troverà la fede sulla terra?”
Era rimasto colpito da queste parole di Gesù. Gli parvero un grido d’angoscia, non una sfida; un appello accorato. Ne era quasi atterrito. Paolo alla fine della vita poteva dire di avere conservato la fede, ma lui, Pafnunzio, avrebbe custodito il tesoro fino all’ultimo? Avrebbe avuto la fede quando, d’improvviso, si sarebbe visto davanti il Figlio dell’uomo?
L’avrebbe riconosciuto al suo arrivo? Gli sarebbe occorsa proprio la fede, intelligenza del cuore, sguardo puro che sa vedere ciò che veramente è… Lasciarsi penetrare dal Mistero, dalla Verità, da Dio stesso. Accoglierlo e lasciarlo vivere in sé, vivere di lui. Non era questa la fede?
Allo stesso tempo era incantato nell’ascoltare quelle parole, pensava al desiderio di tornare che il Figlio dell’uomo manifestava; voleva tornare proprio sulla terra, nella fisicità dei luoghi che gli erano noti, sui quali aveva camminato. Aveva dunque nostalgia della sua terra, di me? Pensò apa Pafnunzio.
 “Quando tornerai – prese a dirgli con la sua preghiera semplice – vorrei che mi trovassi a pensare a te, a viverti, a parlarti. Vorrei… e già ci sei, presenza nuova, piena.
“Quando verrai, Gesù? Ora? In questo momento? In ogni momento?
“Vieni, Signore Gesù. Vieni.
“Ti aspetto… nella fede”.


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