venerdì 28 ottobre 2016

Siamo in Italia!


Passo davanti all’ambasciata di un grande stato. Una macchina di grossa cilindrata, con targa diplomatica, è parcheggiata in mezzo alla corsia. Accanto, sulla destra, c’è il posto per il parcheggio libero, riservato apposta per l'amnasciata, ma forse l’autista non ce n’è accorto, o forse è più comodo o fa più ostentazione lasciare la macchina in mezzo alla strada. Le auto che transitano in quella direzione devono attraversare la doppia linea ed invadere la corsia opposta.
Il luogo pullula di carabinieri e agenti dei più vari corpi. Mi avvicino a un gruppo di loro e chiedo: “Ma una macchina può parcheggiare in quel modo in mezzo alla strada?”. “Non vede che ha una targa diplomatica? Loro posso fare quello che vogliono”. “No, non possono fare quello che cogliono”. Mi pare che neanche il Padreterno possa fare quello che vuole, il male non può farlo (semplicemente perché non lo vuole!), quindi neanche lui può parcheggiare nel mezzo di strada. Poi i militari aggiungono: “Non si può neanche multarli”. “Non è vero, ribatto, si possono multare, anche se la riscossione della multa deve passare attraverso il Ministero degli esteri”.

A questo punto uno di loro allarga le braccia, lasciando la mitraglietta che gli pende dalla spalla, e pronuncia una delle frasi più emblematiche, ad effetto, esplicativa di ogni problema: “Siamo in Italia!”, e tutto intorno i commilitoni in coro: “Siamo in Italia”. Non mi rimane che sorridere con loro, che altro fare davanti all’evidenza?

Proseguo e, in una lucente ottobrata romana, mi ritrovo in piazza san Bernardo, tra la chiesa di santa Susanna, la rotonda di san Bernardo, la fontana dell’Acqua Felice. Che spettacolo! E gratis!
Entro nella Chiesa della Madonna delle Vittorie, anch’essa prospiciente la piazza, ed ecco uno dei capolavori del Bernini, l’estasi di santa Teresa. Che spettacolo! E gratis!
Sì, siamo in Italia!!!


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