domenica 27 novembre 2016

Al Palatino con san Leonardo da Porto Maurizio



Il Colosseo visto dal giardino del convento
L'ingresso al convento
Dal conventino di san Bonaventura al Palatino, san Leonardo da Porto Maurizio guardava il Colosseo, ormai ridotto, da secoli, a cava di marmi, pietre e travertino. Poteva starsene tranquillo mentre il monumento che testimoniava il martirio di migliaia di cristiani stava scomparendo?
Si era alla vigilia del Giubileo dell’anno 1750. Le sue prediche infuocate attiravano i romani, sempre più numerosi. Anche il papa veniva ad ascoltarlo. Era l’occasione propizia per piantare la Via Crucis nel Colosseo, dichiarandolo luogo sacro per i Martiri. Gli storici hanno poi dimostrato che nel Colosseo non furono mai martirizzati cristiani, ma la predicazione – in buona fede – di San Leonardo impedì l’ulteriore rovina del monumento.
Morì l’anno dopo, il 26 novembre, e a San Bonaventura al Palatino occorsero i soldati, per tenere indietro la folla che voleva vedere il Santo e portarne via le sue reliquie.


La cella di san Leonardo
Oggi, festa di san Leonardo, ho accompagnato la mia comunità al suo conventino, seguendo le orme di sant’Eugenio, che vi si era recato varie volte.
Ne aveva letto la vita e gli scritti. Alfonso Maria de’ Liguori lo aveva definito «il più grande missionario del nostro secolo» e sant’Eugenio se lo prese come protettore e modello delle sue missioni al popolo.

Il 28 febbraio 1826, nel periodo della sua permanenza a Roma per l’approvazione delle Regole, Sant’Eugenio visita per la prima volta il convento. Dal suo Diario:

28 febbraio 1826
Sono stato a dire Messa a San Bonaventura, nella casa del ritiro dei padri francescani. Il Beato Leonardo da Porto Maurizio è morto in questa santa casa. […] Ho detto Messa all’altare principale sotto il quale si trova il beato Leonardo, con l’abito religioso. […]
In una stanza si conservano il pagliericcio, le assi e i sedili del letto sul quale il Beato è morto. È una piccola cella dove adesso, di fronte alla porta, si vede l’altare che è stato costruito, a destra una piccola credenza che racchiude gli ornamenti, a sinistra il posto dove era il letto del santo. Da un lato e dall’altro della porta sono stati messi due grandi reliquiari: nell’uno si trova l’abito in cui è morto, il cordone e la sua spaventosa disciplina composta da taglienti lame di ferro; nell’altro lo stendardo che innalzava in missione e una scatola di sue reliquie. Intorno alla cella sono rappresentati, in piccoli quadri, diversi miracoli avvenuti per intercessione del beato.

15 marzo 1826
Sono andato verso il ritiro di S. Bonaventura dove ho detto la santa Messa nella stanza dove morì il beato Leonardo da Porto Maurizio.

Vi tornò nel 1854, in occasione del suo soggiorno a Roma per la proclamazione del dogma dell'Immacolata:

22 novembre 1854
Sono stato a visitare la cella dove aveva dimorato il beato Leonardo da Porto Maurizio e da dove era salito al cielo. Come mi sentivo a mio agio in quel piccolo sacrario da dove mi sono allontanato con tanto vivo dolore. Uscendo di lì e rientrando in chiesa per tornare a venerare ancora una volta il santo corpo del beato dicevo tra me: fra breve dovrò ritornare nei bei saloni del Quirinale per vedervi sfilare tutte le umane grandezze. Ma che cosa sono paragonandole a quello che qui mi delizia tanto! Né provai altri sentimenti quando le vidi sotto i miei occhi.


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