domenica 13 novembre 2016

Hai il coraggio di connetterti?


Qua e là in città campeggia una foto: in una carrozza della metropolitana, tra persone con il cellulare incollato sugli occhi, un ragazzo e una ragazza parlano tra di loro faccia a faccia. La scritta: “Hai il coraggio di sconnettersi?”. È soltanto la pubblicità di una famosa marca di occhiali, ma è simpatica.
La domanda giusta mi sembra tuttavia un’altra: “Hai il coraggio di connetterti?”, ossia di entrare in rapporto diretto con le persone?
Mi giunge, al riguardo, una bella esperienza:

Capita a volte nella nostra quotidianità di vivere esperienze o incontri che si "consumano" in pochi attimi. Eppure quegli istanti rimangono per noi senza tempo perché la loro intensità si imprime nella vita e nell'intimo in forma indelebile. Ricordo un giorno "qualunque", durante un consueto viaggio: per velocizzare l'acquisto del biglietto per il treno in partenza, entro in una rivendita e, accostandomi al banco dove sono esposti giornali e riviste, rivolgo alla signora dietro l'espositore una semplice domanda: "Posso appoggiare la borsa?" … dato il peso, mi avrebbe agevolato... La signora si ferma meravigliata e guardandomi osserva: "Nessuno mai mi ha chiesto una cosa simile, tutti appoggiano tutto senza chiedere nulla". Nello stupore per la reazione a quel piccolissimo gesto, sorrido, ci scambiamo un caloroso saluto e proseguo il mio viaggio.
Ma nell'allontanarmi mi ritrovo in quella dimensione che ci porta a "vivere dentro", dove nulla è banale e anche un istante di vita può rimanere incancellabile. Ripercorro gli attimi appena vissuti e comprendo il valore di uno stile nell'agire, che può arrivare all'altro che incontro, o con cui magari concludo un contratto (come l'acquisto di un biglietto), in un duplice modo: come ferita nei suoi confronti o come dono.


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