giovedì 17 novembre 2016

Sui luoghi di Gesù



La rivista "Mariapoli" fa rivivere il viaggio della Scuola Abbà in Terra Santa (21-28 agosto):

Ogni luogo è luogo del Signore, ma quando egli si è incarnato, ha scelto una terra particolare: la Galilea, con le sue città e villaggi: Nazareth, Cana, Cafarnao, con il lago di Tiberiade e le sue colline; la Giudea, con Gerusalemme, Betlemme, Gerico. Nomi che abbiamo imparato a conoscere dai Vangeli e che ci sono cari anche senza averli visti. Con l’ascensione al Cielo Gesù ha lasciato per sempre la sua terra e non occorre più andare là per incontrarlo. Eppure egli vi ha impresso tracce indelebili, che invasioni, guerre e distruzioni non hanno potuto cancellare. Assieme alla “storia” vi è anche una “geografia” della salvezza.
Così, come Scuola Abbà, abbiamo deciso di andare in pellegrinaggio sui luoghi delle nostre origini. L’obiettivo era crescere nell’unità tra di noi in modo da formare davvero un corpo (l’Anima!) capace di vivere appieno l’unità e avere così una luce sempre più luminosa per il nostro lavoro. Emmaus aveva dato un senso specifico al nostro viaggio: “andare incontro ad un posto di frontiera ed entrare nella piaga dell'umanità”. Al riguardo sono stati importanti i diversi incontri: con p. Pierbattista Pizzaballa, ofm, ex Custode e attuale Amministratore apostolico, che ci ha introdotto nella realtà delle Chiese in Medio-Oriente, nella situazione politica e sociale, nei temi caldi di questo mondo in tumulto; con la comunità di Betlemme; con un piccolo gruppo di ebrei a Gerusalemme; con la comunità in Galilea e con persone di altri movimenti con cui i membri del Focolare sono in contatto. Profondo soprattutto l’incontro con le focolarine e i focolarini di Terra Santa, con i quali abbiamo potuto condividere la nostra esperienza e soprattutto leggere alcune pagine del Paradiso che ci avevano guidato in quei giorni.
Assieme ai Vangeli avevamo infatti come guida un prezioso libro: l’esperienza di Chiara del 1949-50, che ha gettato luce sui misteri di Gesù, aiutandoci a riviverli nei luoghi in cui sono accaduti. «Quando leggevano insieme i testi del Paradiso in quei luoghi – ha detto uno di noi – essi diventavano vivi. L’annunciazione, l’incarnazione, la nascita di Gesù, la sua vita nascosta e pubblica, la via crucis, l’abbandono, la risurrezione… non erano più avvenimenti di 2000 anni fa, ma una realtà attuale, presente, che Chiara ci spiegava dal di dentro, facendoci entrare dentro quell’esperienza, quasi fisicamente. Era come se ci si aprisse una porta che ci faceva entrare in quelle realtà».
Fin dal primo giorno ci siamo sentiti accolti da Maria che ci ha accompagnato per tutto il tempo guidandoci lei stessa sui passi di Gesù. Sia a Gerusalemme, sul luogo della sua tomba, sia a Nazareth, alla fontana della Vergine, ci siamo trovati a celebrare la festa dell’Assunta con la Chiesa ortodossa – e non l’avevamo previsto.
Alcuni momenti rimarranno indimenticabili, come quello nella chiesa del Padre nostro sul monte degli ulivi. Sarà stato proprio quello il luogo in cui Gesù ha insegnato ai suoi discepoli a pregare? In quel momento per noi la storicità non era importante: abbiamo cantato il “Padre nostro” e qualcosa di grande è avvenuto. Pronunciando quella parola – non a caso ci chiamiamo Scuola “Abbà” – abbiamo avvertito Gesù accanto a noi, che con lui ci orientava verso il Padre, e ci siamo sentiti come mai fratelli e sorelle tra di noi, una cosa sola. «Ho sperimentato una fortissima unione con Dio – ha scritto una di noi –, un momento di profonda intimità col Padre. Era naturale ridonarmi totalmente a Lui, chiedergli tante cose, parlargli. La sua presenza mi avvolgeva. Non c’era bisogno di altre parole, solo godere di Lui. Un dono suo di cui sono tanto grata».
Siamo rimasti quasi tutta la settimana a Gerusalemme, dove si sono compiuti i grandi misteri che abbiamo rivissuto: al cenacolo, sulla scala che porta al Cedron, sulla rocca nella quale fu piantata la croce di Gesù, nel luogo della sua risurrezione… È come lo incontrassimo ad ogni angolo di strada, nella concretezza della sua vita; non un Gesù di 2000 anni fa, ma vivo oggi.
L’ultimo giorno eccoci sul lago di Tiberiade, a Nazareth, sul monte delle beatitudini, sul Tabor, quasi accogliendo anche noi l’invito rivolto dagli angeli dopo la Risurrezione: “Il Maestro vi aspetta in Galilea”, là dove tutto è iniziato. Dopo l’esperienza di Gerusalemme, dove abbiamo rivissuto l’evento della passione, morte e risurrezione di Gesù, è stato un riscoprire la nostra chiamata, come quella di Maria nella casa di Nazareth, come quella degli apostoli sul lago, e decidere nuovamente di seguirlo con maggiore consapevolezza, pronti ad andare ovunque egli ci conduce.



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