martedì 10 gennaio 2017

A Loppiano Carismi in comunione


L’alba ha disegnato colori tenui, appena percettibili tra le nubi ancora scure della notte. Nel freddo pungente del primo mattino bisogna stare fermi, attenti, perché i passaggi sono rapidi e l’incanto svanisce presto. Valeva la pena venire a Loppiano anche solo per questo momento di contemplazione.

Ed ecco subito le lezioni al corso di qualificazione per la formazione e l’animazione in Vita consacrata. Una ventina di presenze attente, motivate, attive. In più riprese ho esposto il tema: “Carismi in comunione per una evangelizzazione profetica”, seguito da lavori di gruppo e condivisioni di esperienze.
Copio solo un passaggio della mia esposizione:

L’esortazione apostolica Vita consecrata, «in vista del rinnovamento della missione» e come «elementi importanti per un proficuo inserimento degli Istituti nel processo della nuova evangelizzazione», domanda, assieme alla fedeltà al carisma di fondazione, «la comunione con quanti nella Chiesa sono impegnati nella stessa impresa, specialmente con i Pastori, e la cooperazione con tutti gli uomini di buona volontà» (n. 81). Chiara indicazione del bisogno di una sinergia sia all’interno dei singoli Istituti religiosi, sia tra tutte le componenti ecclesiali coinvolte nella nuova evangelizzazione, con l’apertura anche a persone e istituzioni al di fuori della Chiesa. La nuova evangelizzazione sarà tale se frutto di unità.


L’unità richiesta può essere intesa come scelte operative fatte insieme, in campi omogenei. Questa unità operativa sarà possibile a condizione che vi sia un’unità più profonda, teologale. È l’invito rivolto dall’Istruzione Ripartire da Cristo: «La comunione che i consacrati e le consacrate sono chiamati a vivere va ben oltre la propria famiglia religiosa o il proprio Istituto… Non si può più affrontare il futuro in dispersione. È il bisogno di essere Chiesa, di vivere insieme l'avventura dello Spirito e della sequela di Cristo, di comunicare le esperienze del Vangelo, imparando ad amare la comunità e la famiglia religiosa dell'altro come la propria. Le gioie e i dolori, le preoccupazioni e i successi possono essere condivisi e sono di tutti» (n. 31).

Una tale unità costituisce un autentico “metodo”, nel senso originario del termine greco, un cammino da seguire, la Via, perché porta la presenza del Signore Risorto all’interno delle comunità e tra le comunità; quello stesso Signore che si rese presente tra i tra i due discepoli di Emmaus. Come allora era lui a spiegare le Scritture, così oggi sarà lui a spiegare le parole evangeliche che definiscono il carisma di ciascuno. L’azione di Gesù in mezzo ai suoi promessa a quanti sono uniti nel suo nome, illumina la mente e fa ardere i cuori. Consente, non soltanto una comprensione intellettuale della propria identità spirituale e carismatica, ma che apre anche la via e infonde la forza per attuarlo nell’oggi e per tradurlo in vita.

Da sola ogni istituzione religiosa non potrà avere la luce e la forza per affrontare la complessità della situazione odierna. Dobbiamo metterci insieme, non tanto per concertare strategie comuni – anche questa se e quando sono necessarie – ma soprattutto perché dall’unità, dalla presenza del Signore che dona il suo Spirito, venga ad ogni singolo Istituto la luce per leggere i segni dei tempi, per comprendere l’essenza del proprio carisma, per trovare le vie della sua attuazione oggi. La nuova evangelizzazione richiede un’unità a tutto campo.


Nessun commento:

Posta un commento