lunedì 6 marzo 2017

La zia Niccolina


Sono già passati alcuni mesi dalla tua partenza, per raggiungere la nuova famiglia. Pochi giorni fa è stato il tuo compleanno, e per quel giorno offrii particolarmente la S. Comunione e la S. Messa.
Fino ad ora non ti avevo mai scritto, perché ti trovavi vicino, a Firenze e non mancava l’occasione di vedersi.
Ora si sta avvicinando il S. Natale (ora è avvento, tempo di preparazione) così ho voluto anticiparmi inviandoti i miei più sentiti auguri natalizi e di buon lavoro, e così fare una chiacchierata.

Così mi scriveva la zia Niccolina, quasi cinquant’anni fa, quando ero andato a Torino per lo studio della filosofia. Una lettera semplice e bella, che mostra come dietro ad una vocazione ci siano sempre tante persone, un po’ come una rete di fili per comporre un tessuto.

Non puoi immaginare la gioia che mi hai sempre dato (anche se mai te l’ho confessato) da quando eri bambino, che partisti per il seminario, e ora sempre più. Ricordo quando partisti quella mattina con la valigia sopra la macchina dopo che ci facemmo le foto, e io restai con le sorelline che erano piccoline. Quanto tempo è passato!
Ora sei fatto giovanotto. Quante lotte penso che hai avute. Ma il Signore e l’Immacolata ti hanno dato la forza per superarle.
Quest’anno un altro passo avanti, hai raggiunto l’ultima casa, dove troverai superiori per una buona formazione per arrivare un giorno alla meta. Benché dopo aver dato l’esame di maturità avessi tante strade aperti da seguire, hai voluto seguire il Signore, invece del mondo. Non ne sono degna, ma ti devo dire, mi sento orgogliosa di te e del tuo avvenire.
Ti assicuro ogni giorno il mio ricordo come per il passato e più ancora per l’avvenire, ogni giorno nella comunione e nella S. Messa. Ho detto più ancora, perché quanto più in là andrai e più bisogno hai dell’aiuto di Gesù e della Madonna. (…)
Sperando nell’aiuto del Signore che un giorno tu possa raggiungere la desiderata meta (…).
Scusa se ho fatto questa chiacchierata e gli sbagli di ortografia; sai io ho fatto la 5a elementare non il liceo!

Ho ritrovato le lettere questi giorni tra le mie carte. Errori d’ortografia non ce ne sono, una volta alle elementare insegnavano a scrivere. C’è invece un gran cuore e una grande fede.


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