lunedì 29 maggio 2017

Il segreto per farsi amare


Da Dallas ieri il viaggio è proseguito per San Antonio, dove torno dopo sette anni. Nel 2010 ho passato tre mesi in questa splendida cittadella oblata del Texas, ricca di tanti centri e attività. La trovo più bella che mai. A confine tra Stati Uniti e Messico spero diventi sempre più città sul monte, capace di irradiare luce evangelica.
Torno a vedere con gioia la casetta nella quale ho abitato, mentre adesso sono alloggiato come un principe al Renewal Center.

Piove a dirotto, con un bel caldo umido tropicale, una benedizione per una regione al confine col deserto. E poi oggi si festeggia padre Gerard; la preghiera della messa in sua memoria si rivolge a Dio, "che dona la pioggia": anche in Lesotho è una benedizione di Dio, come nel giorno della sua beatificazione, quando si aprirono le cateratte del cielo e la gente, assieme a Giovanni Paolo II, ritennero quel diluvio una grazia del nuovo beato.

Anche qui oggi si celebra la festa del beato Giuseppe Gerard, uno degli Oblati più amati, perché sapeva amare per primo, come scrive lui stesso: 


"Si catturano più mosche con una goccia di miele che non con un barile di aceto. Per convertire qualcuno bisogna anzitutto conquistarsi il suo cuore. Presso gli indigeni non si può ottenere nulla se non si conquista il loro cuore. Se riuscirete a farvi amare, avrete conquistato la persona che avvicinate...
Il segreto per farsi amare è quello di amare. Vale per i Basotho, i Matobele… Vedendoli uno può domandarsi che cosa fare per convertirli. La risposta si trova in tutte le pagine del Vangelo: amarli nonostante tutto, amarli sempre. Il buon Dio ha voluto che si faccia del bene all’uomo amandolo. I1 mondo appartiene a chi lo ama di più e ne dà la prova…
Penso volentieri a un sacerdote, a un missionario Oblato di Maria Immacolata in una missione. È uno che osserva tutto con i suoi occhi, conosce con il suo cuore, porta la gioia con la sua presenza, si fa tutto a tutti per guadagnarli a Cristo… Ma non si accontenta di rapporti impersonali, sacerdote di tutti ma non abbastanza sacerdote di ognuno. Occorre cogliere l’occasione per dare a ognuno in particolare attenzioni personali, dirette del suo zelo, di modo che ognuno sia certo di essere amato da lui personalmente”.

  

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