mercoledì 31 maggio 2017

Visitazione: la Madonna che apre la strada

Quando sette anni fa mi chiesero di prendere in mano gli studi oblati non sapevo da che parte rifarmi. Chiesi alla Madonna che mi aprisse qualche strada. Quella che si aprì per prima fu l’invito a far parte di del gruppo dei rettori delle nostre università e centri superiori di studio. Negli incontri annuali ho sempre certato di interessare al mio settore. Così, piano piano, siano arrivati a questo momento, nel quale il tema dell’incontro sono espressamente gli studi accademici sul carisma, la spiritualità, la storia degli Oblati. Siamo venuti appositamente a San Antonio nel Texas perché qui, nella Oblate School of Theology, inizierà un ricchissimo programma di corsi sul mondo degli Oblati, organizzato dalla Cattedra di studi oblati, in coordinazione con il Centro di Roma a me affidato, e con quello di Aix in Provenza, con il coinvolgimento di tutte le nostre istituzioni accademiche. Un altro sogno che si realizza. La Madonna ci ha pensato!

La Madonna! È la sua festa: 31 maggio, la Visitazione
Perché Maria si mise in viaggio, “in fretta”, verso Ein Karim per andare da Elisabetta? L’evangelista non lo dice. Mi piace assecondare la lettura tradizionale che vede Maria spinta dalla carità e dalla volontà di servizio verso la parente anziana. Maria, scrive Ambrogio di Milano, «si avviò in fretta verso la montagna, non perché fosse incredula della profezia o incerta dell’annuncio o dubitasse della prova, ma perché era lieta della promessa e desiderosa di compiere devotamente un servizio, con lo slancio che le veniva dall’intima gioia». Lo stesso Paolo VI, nell’enciclica Marialis cultus, accoglie questa interpretazione quando scrive che la festa della Visitazione «ricorda la beata vergine Maria, che porta in grembo il Figlio e si reca da Elisabetta per porgerle l’aiuto della sua carità e per proclamare la misericordia di Dio salvatore» (n. 7). Il primo intento è il servizio, la conseguenza è la proclamazione di quanto Dio ha operato. «Maria va per fare il bene – scrive Enzo Bianchi – e finisce per portare Cristo».
La Vergine nella Visitazione assurge a icona di quel dialogo e di quell’annuncio a cui tutta la Chiesa è chiamata. Non possiamo tenere per noi stessi la Parola che in noi si è fatta vita, siamo chiamati a partecipare il dono ricevuto. Il Vangelo è uno scrigno prezioso che racchiude inestimabili tesori di luce: da esso non soltanto possiamo attingere costantemente per la nostra vita, ma possiamo anche distribuirne a tutti le inesauribili ricchezze, a mani piene.
Anche noi subito in piedi, con l’urgenza, la sollecitudine, la premura di farci prossimi, di servire, di condividere la Parola di Dio ricevuta e l’esperienza di fede che ne è nata.

La festa della Visitazione è per me anche il ricordo della partenza di mio padre per il cielo, 12 anni fa. Come non ricordare quanto ha lasciato scritto?
“Oggi sarai meco in Paradiso;
Oh! il Paradiso!;
Prendimi, Signore;
Grazie Signore;
Vedrò Maria, La Madonna, Vergine bella più bella di tutte;
Sarà Santo come tanti altri;
Andrò in Paradiso, di Lassù pregherò per i miei famigliari”.

La Madonna che apre la strada: verso Ein Karim, verso l'evangelizzazione, verso gli studi oblati… verso il Cielo!


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