Ha tanto amato il mondo

«Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna» (Gv 3, 16-18).

I giorni della Passione, Morte e Risurrezione sono passati, così come gli eventi della salita al cielo e della venuta dello Spirito. Quale il senso di ciò che è avvenuto? Tutto è stato espressione del grande amore di Dio, del “tanto” amore con cui egli ha amato il mondo, ciascuno di noi, me.

Ha amato fino a donare il Figlio. Poteva donarci di più? Ha amato fino all’estremo, con totalità, fino ad espropriarsi di sé. Veramente Dio è Amore!

Perché a Dio sta tanto a cuore questa sua piccola creatura? Più del Figlio, che non esita a donare.

Perché a Gesù sta tanto a cuore questa sua piccola creatura? Più di se stesso e della sua vita, che immola per noi.

Perché lo Spirito d’amore ama così tanto questa sua creatura da riversarsi in essa, quasi a perdersi, dono d’amore?

Dio vuole renderci vivi della sua stessa vita, vuole vederci giungere salvi alla meta: l’oceano infinito della sua misericordia, il gaudio della comunione e dell’unità.

Come il Padre ha mandalo il Figlio, così il Figlio manda noi. È la medesima logica d’amore.

Il mondo nel quale viviamo e a cui siamo inviati è lo stesso che è amato da Dio e per il quale si è donato. Dovremmo guardarlo con i suoi occhi, amarlo come lui lo ama, desiderare la sua vita e la sua salvezza. Per questo l’amore con il quale Dio ha amato noi ci spinge a far conoscere il suo amore e a farlo amare.

Come dirlo a tutti, come darlo a tutti? Il Padre l’ha detto donandosi, il Figlio donandoti, lo Spirito donandosi. Amore è dono e condivisione.

Forse anche noi potremo dirlo con i fatti: essere l’amore per far scoprire che Dio è Amore; vivere in unità – “molti uno” –, per lasciare intuire il Dio molteplice-Uno.