sabato 3 giugno 2017

Il suo Spirito è il nostro respiro


Venne Gesù, stette in mezzo e disse: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo». (Gv 20, 19-23)

Ho visto il respiro del morente farsi sempre più lento, fino a quando la vita se va, col suo ultimo respiro.
Il primo uomo, plasmato dalle tue mani, divenne un essere vivente nel momento in cui gli soffiavi dentro il tuo spirito. Se riprendi il tuo soffio perisce e ritorna alla polvere. Se poi di nuovo “tu mandi il tuo Spirito” gli esseri “sono ricreati e rinnovi la faccia della terra”.
Era il sogno profetico di Ezechiele. Ai suoi occhi il tuo popolo, allontanatosi da Dio per vivere una vita spenta e morta, s’era fatto scheletrico. Vide allora venire il tuo Spirito a rianimare i morti e a rigenerare un popolo nuovo, animato di vita autentica. Era un sogno. Oggi è realtà. Nel cenacolo si compie ancora l’atto creativo: Dio soffia la vita.
La vita che era in sé, il suo respiro – che è Spirito Santo – Gesù l’aveva già tutta donata sulla croce. Morì perché consegnò l’ultimo definitivo respiro donando il suo Spirito, riversato su Maria e Giovanni ai suoi piedi. E nacque la Chiesa, che respira il suo stesso Spirito, vive della sua stessa vita.
Oggi, a Pentecoste, Gesù alita nuovamente sui discepoli e consegna il tuo Spirito: è la nuova creazione.

Quanta morte attorno a noi, quanta asfissia e ossa aride! Il male sembra sopraffare il bene, la guerra la pace, la paura la gioia, la morte la vita. Gesù dovrebbe apparire di nuovo, farsi vedere, con la stessa concretezza di allora, quando mostrò le piaghe a riprova che non era un fantasma ma una persona vera. Accadrebbe di nuovo quanto accadde allora: il mutamento della paura in pienezza di gioia. Dovrebbe tornare ancora in mezzo a noi e annunciare: “Pace a voi!”.
Perché non ritorna a soffiare il tuo Spirito e a rinnovare la faccia della terra?
Egli vuole tornare e lo farà, nel momento che il Padre ha stabilito. Ma intanto torna già, è già presente tra noi. Lo è nella nostra unità, nella comunione della Chiesa, nella potenza dello Spirito donato.

Con l’invio dello Spirito, Gesù vuole fare in modo che noi siamo la sua presenza nel mondo. Come il Padre lo ha mandato, adesso egli mandi noi.
Ci affida la sua stessa missione… Impossibile a persone deboli e fragili come noi. Per questo ci dona il suo Spirito. Sarà lui, lo Spirito, a rendere presente Gesù in mezzo noi, e ci guiderà noi come ha guidato Gesù, agirà in noi come ha operato in lui.


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