domenica 30 luglio 2017

Antropocentrismo, umanizzazione di Dio



Dopo una settimana sul cristocentrismo trinitario, il mio ritiro alle COMI termina con l’antropocentrismo.
Non nel senso che mettere Cristo al centro e seguirlo fino a trasformarsi in lui porti al vero umanesimo e renda l’uomo pienamente uomo, anche se è così.
Antropocentrismo nel senso che, in Cristo, Dio pone l’uomo al centro.

Alla nostra cristificazione corrisponde la sua umanizzazione: “Ho desiderato ardentemente mangiare con voi...”.
"Dio ha tanto amato il mondo", l’umanità, da farsi lui stesso uomo, ponendo l’uomo al centro di se stesso: “E il Verbo si è fatto uomo”.
Adesso l’umanità è proprio al centro della Trinità: vi è l’umanità di Gesù e di Maria e in loro tutti noi.

Non abbiamo “rovinato” la perfezione della Trinità, perché c’eravamo da sempre: nel Verbo Dio ha da sempre pensato tutti noi, siamo lì da tutta l’eternità e per tutta l’eternità.

Anche la nostra sequela di Cristo è preceduta dalla sequela dell’uomo da parte di Dio. Dio segue l’uomo come il pastore segue la pecora smarrita, come la donna cerca la moneta perduta…
In Gesù Dio segue l’uomo fin nel suo peccato, nella sua disperazione, nella sua più estrema lontananza: “Avendo amato i suoi lì amò fino all’estremo…”.

In questo senso si potrebbero capovolgere le parabole di questa domenica: nel contadino che trova il tesoro nel campo e nel mercante che trova la perla preziosa, potremmo vedere l’immagine di Dio che per noi è pronto a vendere tutto, a dare la sua stessa vita, pur di averci.
È come se dicessimo noi a Gesù: “Vieni e seguimi”. Ed egli ci segue ovunque, in ogni situazione: “Non abbiate paura, io sono con voi tutti giorni”.

Possiamo seguire Cristo ed essere trasformati in lui, diventare dio, perché lui è diventato noi, ci ha seguiti, ci ha posti al centro del suo amore. 

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