venerdì 15 settembre 2017

Accogliere e ardere della Parola


Ad Ariccia è cominciata la Tre giorni sulla Parola di Dio.
Una ottantina di persone, molte suore, tutte motivate, attente, prese.

Inizio con quanto don Alberione racconta di sé, in terza persona:
«Vi fu un tempo (anno scolastico 1906-1907) in cui egli ebbe una luce più chiara su di una grande ricchezza che il Signore voleva concedere alla Famiglia Paolina: la diffusione del Vangelo, che oggi è estesa ad una ventina di nazioni in varie maniere, specialmente con le giornate del Vangelo» (AD 136).
«In quel tempo si leggeva raramente e solo da qualche persona il Vangelo, come poco si frequentava la Comunione. Vi era anche una speciale persuasione che non si potesse dare al popolo il Vangelo, tanto meno la Bibbia. La lettura del Vangelo era una quasi esclusività degli acattolici, che lo interpretavano secondo il senso privato» (AD 139).
Per questo don Alberione portava con sé sempre il Vangelo e invitava la Famiglia Paolina a «pensare e nutrirsi di ogni frase del Vangelo» (AD 95).

Termino con una “esortazione”:
Come don Alberione il Vangelo “in tasca”.
Come ancora suggerisce papa Francesco: «Leggere tutti i giorni un brano del Vangelo, un passo per conoscere meglio Gesù, per spalancare il nostro cuore a Gesù, e così possiamo farlo conoscere meglio agli altri». E conclude con un suggerimento molto pratico, semplicissimo: «Anche portare un piccolo Vangelo in tasca, nella borsa, ci farà bene. Non dimenticare: ogni giorno leggere un brano di Vangelo».
Alzarsi al mattino e prima di prendere il caffè, prima di aprire il giornale, leggere il Vangelo del giorno.
«Leggo ogni giorno i Vangeli... – diceva Leonardo Sciascia – per me è come dare ogni giorno la corda all’orologio». Allora gli orologi si caricavano ogni giorno.


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