domenica 17 settembre 2017

La mia esperienza delle Parola di Vita con Chiara Lubich


È terminata felicemente la Tre giorni sulla Parola di Dio ad Ariccia. Momenti di tanta gioia. Col desiderio di continuare questi incontri in maniera regolare.
Tra le tante cose, ho anche raccontato una mia esperienza, che mi ha fatto capire che ogni Parola del Vangelo, se vissuta, produce sempre lo stesso effetto: porta ad amare.

All’inizio del 2000 Chiara Lubich mi chiamò a collaborare con lei nella preparazione dei commenti della “Parola di Vita”. Pubblico qui la foto di una mezza pagina con alcuni testi della Scrittura, scelti per l’anno 2002, con le annotazioni che mi mandata per avviare il commento.
Più volte, sorridendo e compiaciuta, rilevava come ogni Parola della Scrittura, qualunque essa fosse, alla fine portava ad amare e che, di conseguenza, ogni commento giungeva a questa conclusione.
Mi figuravo allora il Vangelo come un prato dai mille fiori, tanti quante le sue parole; un prato impregnato d’acqua – l’amore –, che non si vede in superficie, ma che affiora ad ogni passo: tutto amore.
  
Che ogni Parola di Dio sia amore appare ancora più evidente in quelle prime Parole di Vita che Chiara Lubich scriveva sotto una grazia particolarmente intensa, legata alle origini carismatiche. Potrebbe sembrare un’enfasi eccessiva, non sempre rispettosa di una lettura oggettiva. Al contrario, cogliere la centralità dell’agape in ogni parola evangelica è andare al cuore della Buona notizia, che fa coincidere l’annuncio con il Maestro stesso che l’annuncia; ogni sua parola e dunque espressione del suo essere Amore.

Chiara lo aveva scoperto, con intensità unica, proprio nel periodo in cui iniziava a scrivere questi primi commenti. Lei stessa l’ha narrato più tardi: «Vivendo una Parola e poi un’altra e un’altra ancora, avevamo costatato come, mettendo in pratica qualsiasi Parola di Dio, gli effetti alla fine erano identici. Il fatto è che ogni Parola, pur essendo espressa in termini umani e diversi, è Parola di Dio. Ma siccome Dio è Amore, ogni Parola è carità. Crediamo d’aver in quel tempo scoperto sotto ogni Parola la carità. E, quando una di queste Parole cadeva nella nostra anima, ci sembrava che si trasformasse in fuoco, in fiamme, si trasformasse in amore. Si poteva affermare che la nostra vita interiore era tutta amore».
Nel commento alla Parola di Vita di gennaio 1950 ne spiega in maniera ancora più profonda il motivo: «Ogni Parola di Dio è come un frammento d’Ostia Santa: contiene tutto Gesù. Contiene cioè l’Uomo-Dio, un finito infinitizzato ed un infinito finitizzato. È un’espressione particolare, fatta per alcune persone che contiene però in sé la Luce per tutte».
Vi è dunque una pericoresi tra tutte le parole del Vangelo, ognuna esprime tutto Gesù e tutto il suo amore. È così che ogni parola può trasformarsi “in fuoco, in fiamme, in amore”.


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