sabato 4 novembre 2017

Alla scuola dell'unico Maestro


«Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo. Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato» (Mt 23,1-12).

Non finiremo mai di stare alla scuola di Gesù, abbiamo ancora tanto da imparare. Passano gli anni e rimaniamo discepoli. Che gioia averlo come maestro, tanto diverso da quelli che dicono e non fanno. Egli parla con la vita introducendoci nella comunione con lui, ci rivela la verità e ce ne rende partecipi. Più impariamo da lui, più cresce il desiderio di conoscerlo ancora.
Che non ci sfiori la sufficienza al punto da crederci ormai maestri e neppure l’arroganza degli arrivati nei confronti degli altri. Con loro siamo semplici fratelli, condiscepoli. Frequentiamo uniti la scuola del Maestro, aiutandoci e incoraggiandoci all’assiduità e alla costanza dell’apprendimento.
Se qualcosa possiamo fare per i nostri compagni è ricondurli a scuola quando la trascurano, indirizzarli all’unico Maestro quando sono tentati di affidarsi ad altri maestri, richiamarli all’attenzione quando si distraggono. Nella speranza che anche loro facciano altrettanto con noi.

Che gioia sapere che abbiamo un Padre nel cielo. Siamo tutti fratelli perché uno è il padre, il Padre di Gesù, il Padre che egli ha dato a noi. Non siamo orfani e neppure semplicemente trascurati. Abbiamo non soltanto un Padre, ma un Padre che si prende cura di noi e ci custodisce. Se anche rimprovera e corregge lo fa perché ci vuol bene, per il nostro bene.
Chi potrebbe ardire di prendere il suo posto nei confronti degli altri, rendendoci con ciò paternalisti? Piuttosto che farci “padri”, uniamoci in preghiera con i nostri fratelli per dire insieme: “Padre nostro che sei nei cieli…” e a lui convergere, uniti.

Che bello essere guidato dal Signore nel cammino della vita. Quante difficoltà, quanti ostacoli si ergono davanti ogni giorno. A volte ci paiono insormontabili, tanto da farci scoraggiare. Quanti sbandamenti ci fanno deviare. Ma egli si fa compagno di viaggio e nello stesso tempo ci preceda e ci riporta sulla via. Lui sa la strada, conosce i terreni minati pericolosi, da evitare, le scorciatoie che rendono spedito il cammino, i passaggi difficili e bui che pure bisogna affrontare.
Che mai ci assalga la tentazione di avventurarci da soli, con la presunzione di avere esperienza a sufficienza per battere la strada che piace a noi, che ci sembra la più diritta e più sicura, o addirittura per dire agli altri dove andare.
Aiutiamoci piuttosto gli uni gli altri ad ascoltare la sua voce, a discernerla tra i tanti falsi richiami, per seguire lui, la Via e la Guida.


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