martedì 7 novembre 2017

Come fuoco dalla bocca del Padre



Nel duomo di Pordenone mi era messo per tempo nel banco in prima fila per pregare con calma, tra una messa e l’altra. Una signora mi invita gentilmente ad andare più indietro perché quei posti sono riservati ai bambini del catechismo.
Mi ritrovo così davanti a un pilastro sul quale è fissato il frammento di un affresco staccato da chissà quale parte del duomo. È una Pentecoste di Gian Francesco da Tolmezzo, pittore del Rinascimento.
Ci sono soltanto sei dei dodici apostoli, anche la Madonna è tagliata fuori. Sono volti belli, freschi, ritratti di gente del posto.
Mi attira un particolare, le lingue di fuoco, raffigurate da sottili strisce rosse che scendono dall’alto. Lo sguardo si porta allora verso l’alto, un secondo frammento di affresco dov’è raffigurato il Padre.


“Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro”, narrano gli Atti degli Apostoli. Già, ma da dove provenivano?
Gian Francesco da Tolmezzo ci offre una risposta originale: dalla bocca del Padre. Il Credo ce l’aveva già insegnato che lo Spirito “procede dal Padre”, ma proprio così, dalla sua bocca?
Il Figlio è la “Parola” del Padre, ma da quella bocca oltre alla Parola esce anche il “Fuoco”.
Il bacio caldo del Padre…


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